Incendiarono una nave e un pub
Racket delle estorsioni alle Isole Eolie, arrestati 8 "Barcellonesi"
Erano specializzati nel racket delle estorsione, ai danni di locali notturni del versante tirrenico della provincia di Messina, e di compagnie di navigazione turistica nelle Isole Eolie, e oggi sono stati arrestati. Si tratta di otto componenti della della cosca mafiosa emergente dei 'Barcellonesi'. L'inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina, ha permesso di risalire agli autori di due diversi incendi avvenuti, nel 2014, che hanno provocato la distruzione di una discoteca e di una piccola nave impiegata per le crociere turistiche nelle isole Eolie con danni per quasi due milioni di euro. Dalle indagini dei carabinieri è inoltre emerso che il coinvolgimento del gruppo in un vasto traffico di sostanze stupefacenti per rifornire i locali estivi del litorale messinese e in una sanguinosa rapina ai danni di un supermercato di Tripi, dove i malviventi spararono contro un cliente che aveva tentato di ostacolarne la fuga.
A consentire l'arresto delle nuove leve dei clan a Barcellona Pozzo di Gotto e Milazzo sono state le dichiarazioni di due nuovi pentiti, Franco Munafó, reggente del gruppo D'Amico dopo il pentimento dei fratelli Carmelo e Francesco D'amico, e Alessio Alesci. Il gruppo faceva capo proprio ad Alesci, ormai collaboratore di giustizia, e al nipote Giuseppe Ofria. Gi arrestati sono accusati a vario titolo di estorsione, traffico di droga, porto abusivo d'arma, furto e incendio al fine di agevolare l'associazione mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto. Sono Giuseppe Ofria, 22 anni; Bartolo D'Amico, 27 anni; Marco "Balduccuio" Chiofalo, 23 anni; Salvatore Chiofalo, di 27; Santino "Gigi" Benvenga, di 23; Tonino Biondo detto "Palloncino", 40 anni; Carmelo Crisafulli, di 26. Spacciavano droga nei locali e quando qualche bodyguard ha provato a impedire a Ofria e i suoi di entrare nella discoteca Villa Liga, a Portorosa, hanno appiccato il fuoco al locale e picchiato il bodyguard. In seguito hanno anche incendiato la Eolo d'oro, una nave da 32 metri del gruppo Navisan impiegata per mini crociere alle Eolie. A deciderlo è stato un altro giovane emergente, Giovanni Fiore, ansioso di mettersi in luce con i capi ma anche con la famiglia della sua fidanzata, direttamente concorrenti della Salamone, titolari della Navisan. Ai barcellonesi fu commissionato l'incendio, "pagato" 2 mila euro più il costo dei 200 litri di benzina.