Operazione "Torre dei Diavoli" atto secondo
Delitto Sciacchitano a Palermo, altre tre ordinanze di custodia cautelare
Altri tre arresti sono stati eseguiti dai Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Palermo in prosecuzione dell'operazione "Torre dei diavoli". Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state emesse dal gip del Tribunale di Palermo su richiesta della Dda, nell'ambito dell' operazione antimafia che ha fatto luce su un omicidio e suoi nuovi assetti della criminalità organizzata. I destinatari dei nuovi provvedimenti, gia' detenuti, sono accusati dell'omicidio di Salvatore Sciacchitano e del tentato omicidio di Antonino Arizzi, oltre che di detenzione e porto delle armi utilizzate per commettere l'agguato: si tratta del boss Salvatore Profeta, 70 anni, ritenuto il mandante insieme a Natale Giuseppe Gambino, Antonino Profeta, 26 anni, e Francesco Pedalino, 37 anni, quali esecutori materiali, a quest'ultimo viene anche contestato il reato di partecipazione ad associazione mafiosa. Salvatore Profeta, esponente di spicco della cosca di Santa Maria di Gesu', gia' condannato in via definitiva per associazione mafiosa, dopo una detenzione di 18 anni era stato scarcerato alla fine del 2011 dopo la richiesta di revisione del processo per la strage di via d'Amelio. Nel corso della seconda guerra di mafia si era schierato con l'ala vincente di osservanza corleonese, venendo peraltro coinvolto nel "blitz di Villagrazia" del 1981 culminato, dopo un violento conflitto a fuoco, con l'arresto di otto uomini e la fuga di altri sei. A seguito della riorganizzazione del mandamento e della famiglia di Santa Maria di Gesu', effettuata dopo l'uccisione dello storico capo Stefano Bontate, il 23 aprile 1981 era stato promosso al rango di capodecina. In questa indagine e' emerso che l'anziano aveva rifiutato ogni candidatura alle cariche elettive della famiglia sia per l'eta' avanzata che, per la sua parentela con il collaboratore Vincenzo Scarantino. In ogni caso, rappresentava per il capofamiglia Giuseppe Greco una sorta di consigliere non ufficiale al quale era peraltro lasciata libera iniziativa in virtu' della sua autorevolezza criminale. Antonino Profesta e' figlio di Salvatore e 'figghiozzu' di Giuseppe Greco, che l'avrebbe scelto come proprio rappresentante particolare. Tale ruolo, non previsto formalmente nella gerarchia mafiosa, avrebbe consentito al giovane di interloquire con altri appartenenti al clan con maggiore liberta'. Pedalino, genero di Profeta, sarebbe stato recentemente designato capodecina, ponendo alle sue dipendenza uomini d'onore ben piu' anziani. Questi e suo figlio, come Profeta jr, rappresentano le nuove leve della cosca. Il Gip ha inoltre convalidato i fermi di Giuseppe Greci, Natale Giuseppe Gambino, Gabriele Pedalino, Domenico Ilardi, Lorenzo Scarantino e Francesco Urso.