Il parlamentare all'Ars al contrattacco
Il "caso Riscossione Sicilia", Gennuso: "Querelo Fiumefreddo per calunnia"
Il deputato all'Ars siracusano, Pippo Gennuso rompe il silenzio e passa al contrattacco per quello che definisce "calunnie" nei suoi confronti, sul "caso" di Riscossione Sicilia. Gennuso spara a zero sul presidente di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo. “Non devo un solo centesimo a Riscossione Sicilia, né ho mai avuto pignorato lo stipendio da deputato. Posso dimostrarlo in ogni luogo ed in ogni sede, così come farò”. Giuseppe Gennuso, sarebbe a suo dire, vittima di una “grande macchinazione mediatica” che giudica una “vendetta vera e propria da parte del presidente di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo nei confronti dell’Assemblea regionale siciliana, che non ha rifinanziato una società indebitata fino all’osso del collo e che oggi non ha neppure motivo di esistere”.
“Non comprendo – afferma Gennuso – come sia venuto fuori il mio nome da un elenco di presunti morosi con il fisco, io non ho debiti con Riscossione Sicilia, né sono state mai attivate nei miei confronti procedure di pignoramenti. Su questa vicenda andrò fino in fondo per onorare la ma onorabilità e reputazione e se ci sono responsabilità personali di Antonio Fiumefreddo, lo perseguirò giudiziariamente per calunnia. Credo che il presidente di Riscossione abbia sparato nel mucchio per attenzionare il caso della società che riscuote i tributi in Sicilia che adesso rischia di saltare. Dei conti in rosso e dell’inesorabile crac finanziario – aggiunge Gennuso – ne aveva già parlato in tempi non sospetti, nel 2012, l’ex assessore regionale Gaetano Armao. Credo che coinvolgere i parlamentari siciliani in questa vicenda sia stato un altro colpo di coda di Fiumefreddo, che, evidentemente vuole rimanere incollato alla poltrona”.