Polemica aperta
La guerra del cioccolato a Modica, lite tra produttori e Consorzio
La “guerra” del cioccolato di Modica tra il Consorzio di tutela e un gruppo di produttori (attualmente 12) che non condivide le azioni di promozione e di tutela della “barretta” rischia di trasferirsi nelle aule di giustizia.
LA POLEMICA
I vertici del Consorzio, infatti, hanno annunciato azioni legali per tutelarne l’immagine che sarebbe stata danneggiata dalle critiche sollevate dopo le recenti vendite promozionali effettuate in alcuni grandi supermercati nazionali (Lidl ed Esselunga) a prezzi (1 euro e 49 e 1 euro e 69) che- sostengono alcuni produttori – potrebbero far perdere prestigio al cioccolato di Modica. Prezzi che vengono considerati ben al di sotto della media e che potrebbero far pensare a operazioni di svendita, specie se effettuate frequentemente. Il Consorzio, da parte sua, risponde che si tratta semplicemente di iniziative regolate dal libero mercato nel rispetto di quanto stabilisce lo statuto in relazione alla qualità del prodotto e al fatto che il produttore consorziato non può, allo stesso tempo, commercializzare il cioccolato.
LE PROMOZIONI
“Sono venuto a conoscenza della promozione effettuata dalla Lidl solo dalla pubblicità televisiva”, ha affermato il direttore del Consorzio, Nino Scivoletto, durante l’incontro con i giornalisti. Questo farebbe supporre che l’azienda consorziata Rizza, fornitrice di circa 80.000 barrette alla catena di supermercati, non abbia concordato l’iniziativa né con i vertici del Consorzio, né con gli altri associati. Ma, secondo quanto sostenuto anche dal presidente, Salvatore Peluso, questo rientrerebbe nella strategia di marketing adottata sia dalla Lidl che da altre catene della Grande distribuzione organizzata.
L’IDENTIFICAZIONE GEOGRAFICA PROTETTA
Scivoletto ha parlato anche dell’iter per il riconoscimento dell’IGP affermando che i ritardi sono stati causati dal fatto che la prima richiesta, avviata nel 2003 e conclusa nel 2010, è stata bocciata. E’ stato, quindi, necessario intraprendere un nuovo percorso. “Il dossier è quasi completo e dovrebbe essere presentato entro il 15 marzo prossimo. Per questo, il Consorzio è pronto a dialogare, prima che sia troppo tardi. Anche il sindaco di Modica – ha continuato Scivoletto – ha impiegato nove mesi per recuperare il dialogo con gli altri produttori. Ora, non possiamo più aspettare”! Una sorta di ultimatum malgrado l’apertura che si è percepita nel corso dell’incontro con i giornalisti all’Hotel Torre del Sud di Modica. “Tutte le imprese che sono fuori dal Consorzio – ha ribadito il direttore del Ctcm – hanno il dovere di sedersi ad un tavolo e di pianificare quelle azioni necessarie al raggiungimento di quel traguardo, l’IGP, che permetterà di tutelare al massimo il nostro cioccolato. Ci sono le alternative: noi andremo avanti da soli, mentre nulla vieta che altri produttori costituiscano un altro Consorzio”. In questo caso, tuttavia, il rischio potrebbe essere quello di una guerra fratricida che non gioverebbe certamente alla causa.
L’IMMAGINE E LE OPPORTUNITA’ DI LAVORO
Sui riflessi positivi che il cioccolato ha avuto e sta avendo sull’immagine della città ha parlato anche la consulente culturale del Consorzio, Grazia Dormiente che ha fatto rilevare, soprattutto, gli eccezionali riscontri ottenuti all’Expo di Milano. Un appuntamento che ha permesso di veicolare il cioccolato e la città di Modica in tutto il mondo. Il presidente del Ctcm, Salvatore Peluso, ha anche posto l’accento sulle grandi opportunità di lavoro per i giovani del territorio se si riuscirà a portare avanti una politica imprenditoriale sana e moderna, sfruttando la notorietà di un prodotto che nasce come “dolce preparato dalle famiglie modicane e destinato, quindi, a tutti, non solo ai baroni”.
LA SPY STORY
A margine delle notizie di natura tecnica, anche un allarme lanciato da Scivoletto e Peluso: ci sarebbero delle persone che, con il miraggio di ordinativi cospicui, chiedono ai produttori di acquistare a prezzi troppo bassi. Tutto questo per poter entrare nel mercato praticando una chiara concorrenza sleale. I vertici del Consorzio hanno invitato i propri soci a diffidare da simili proposte che rischiano di “avvelenare” un comparto che è già in fibrillazione. Se alle polemiche e alle minacce di azioni legali si aggiunge una sorta di “spy story casereccia” si rischia di mandare al macero quanto di buono fatto fino ad ora dalle cioccolaterie non consorziate. E, anche, da quelle aderenti al Consorzio che, secondo quanto riferito dal presidente Peluso, sono, attualmente, 19.