L'intervista al figlio di Totò Riina
Contestazione anonima contro Vespa nella sede Rai di Catania
Una passata di colore bianco e sopra la scritta con spray rosso "W Bruno Vespa portavoce della mafia": è la contestazione anonima contro l'intervista di Salvatore Riina, trasmessa da Porta a Porta, apparsa su tre dei pannelli in cemento del muro della sede Rai di Catania in via Passo Gravina. Nel capoluogo etneo è già in atto un'altra presa di posizione contro lo spazio concesso in Tv al figlio del boss dei boss: la libreria Vicolo stretto ha esposto un foglio con la scritta "In questa libreria non si ordina né si vende il libro di Salvatore Riina". Anche il figlio Serafino Famà ucciso da Cosa Nostra a Catania a piazzale Sanzio, ha postato su Facebook. "Io Fabrizio Famà, figlio dell'Avvocato Serafino Famà, brutalmente assassinato da mano mafiosa nel Novembre del 1995, chiedo le dimissioni di Bruno Vespa e la sua interdizione dalla Televisione Pubblica di Stato". E' quanto scrive Fabrizio Famà sul suo profilo Fb. "È oltraggioso - aggiunge - nei confronti del sangue versato da mio padre, da Falcone, da Borsellino, da Vito Schifani, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina e da tutte le vittime delle stragi mafiose e della criminalità organizzata, di cui si sono macchiati esseri immondi ed ignobili come Riina, Provenzano e i Casamonica che vada in onda una trasmissione televisiva di una emittente di stato in cui viene intervistato il figlio, mafioso a sua volta, di un feroce e spietato assassino, che è arrivato a sciogliere i bambini nell'acido, perché ha scritto un libro nel quale descrive il padre come un uomo affettuoso ed amorevole, che brindava mentre venivano innescati i detonatori di Capaci e di Via D'Amelio". "Pertanto ribadisco che Vespa debba dimettersi o essere licenziato e allontanato dalla Rai", conclude Famà