Si tratta di connazionali
Dalla Nigeria sui barconi per prostituirsi a Catania: scattano due arresti
Sono accusati di tratta di persone, in concorso tra di loro e con altri soggetti di nazionalità libica e nigeriana al momento non identificati. Si tratta di Lucky Osazee, 33 anni e Smart Aghasomawan di 28 anni. I due avrebbero fatto entrare illegalmente nel territorio italiano, tramite barconi provenienti dal Nord Africa e approdati sulle coste della Sicilia orientale, giovani donne provenienti dalla Nigeria in condizioni di estrema povertà, al fine di indurle alla prostituzione mediante minacce rafforzate dal fatto di averle sottoposte a riti esoterici. Secondo quanto accertato dagli investigatori i due arrestati curavano ogni fase della filiera, dal “reclutamento” in patria, alla fornitura di documenti falsi per l’espatrio fino al trasferimento in Italia o in altri paesi europei per tappe successive. Dalla Libia, via mare, le donne raggiungono le coste siciliane, dove, prese in consegna dai referenti locali dei diversi sodalizi, vengono trasferite nelle città di destinazione per il loro ingresso nel mercato della prostituzione. Le indagini hanno preso il via a febbraio 2016 su un nigeriano, presente a Catania: l'uomo avrebbe organizzato la partenza, con autobus e jeep, di alcune donne dalla Nigeria fino alle coste libiche, dove venivano trattenute in una sorta di “hub”. Qui venivano spesso sottoposte a maltrattamenti e violenze anche sessuali, sino al momento della partenza su barconi verso le coste italiane. Una volta a destinazione le donne venivano prese in consegna da un referente che le avvivava alla prostituzione. Una madame nel paese di origine delle donne individuava le vittime da reclutare, per conto dell’organizzazione, finanziando le spese iniziali per il viaggio. Prima di affrontare questo lungo itinerario attraverso il deserto del Sahara, le giovani donne venivano sottoposte ad un rito esoterica (foriero di morte ed altre disgrazie in caso di allontanamento degli obblighi assunti) con cui venivano costrette a mangiare cuore crudo di galline ed arachidi ed a bere alcool. Nei confronti delle donne che si mostravano più recalcitranti questi riti venivano poi ulteriormente rafforzati dalle madame operanti in Italia.