Galleria Roma
Siracusa, il Ciane in una mostra fotografica di Giuseppe La Colla
Una mostra dedicata ai luoghi del fiume Ciane e a quello splendido paesaggio in cui natura, mito, bellezza ed emozione si fondono.
Una delle più suggestive riserve naturalistiche del mondo è divenuta il set degli scatti del fotografo palermitano Giuseppe La Colla, che saranno ospitati in una esposizione alla galleria Roma di Ortigia sino al 15 maggio a cura della Fototeca siracusana diretta da Salvo Zito.
La mostra sarà inaugurata Sabato 30 aprile, alle ore 18.30, con l’introduzione di Salvo Zito e l’intervento critico del semiologo Salvo Sequenzia.
«Ancora una volta i luoghi del mito aretuseo diventano oggetto di intervento creativo nelle fotografie di Giuseppe La Colla - dice il critico Sequenzia - La dimensione e il linguaggio del mito riescono a parlare in ogni tempo; e questo linguaggio è stato recepito dalla sensibilità e dalla tecnica del fotografo che, come un nuovo Ulisse, si è avventurato dentro la riserva del Ciane, luogo meraviglioso dominato da una atmosfera senza tempo, mostrandoci, attraverso le sue foto, la poesia dell’acqua e del papiro».
«Quella di Giuseppe La Colla - continua Sequenzia – è una fotografia pura ed essenziale, che si legge come un’acquaforte; in essa si intersecano i campi orizzontali, segnati dal silenzioso scorrere del fiume e da una densa vegetazione, e i campi verticali, dominati dal papiro, che diviene quasi il perno della rappresentazione visiva. Le immagini fotografiche sono caratterizzata da profondità e vastità, dimensioni attraverso le quali il fotografo ha interpretato la storicità dei luoghi e l’universalità della cultura classica, legati alla ricezione del mito e alla sua codificazione estetica, che vanta una tradizione millenaria».
La mostra si articola in un percorso di sintesi fra natura e cultura, e si colloca, tematicamente, lungo la complessa storia dell’interpretazione del paesaggio classico di Siracusa che, dai disegni e dai diari pittorici dei viaggiatori del Settecento ed Ottocento giunge sino all’età attuale attraverso le acqueforti di Fielding, le fotografie di Giuseppe Leone e di Rubino, i dipinti di Tranchino e di Morando.