In una strada di Bagheria
Maresciallo dei carabinieri in aula a Palermo: " Nel 2004 riconobbi Messina Denaro"
"Lo guardai in faccia e lo riconobbi". Era il 2004 quando il maresciallo dei carabinieri Saverio Masi avrebbe incontrato in una strada di Bagheria (Palermo) l'ultimo grande latitante di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro. Di quell'incontro - di cui informò i superiori solo dopo alcuni giorni - Masi conserva un nitido ricordo e ne ha parlato al processo per la trattativa Stato-mafia, ribadendo quanto già dichiarato in passato. In auto, fuori servizio, Masi incrociò un'altra vettura ferma davanti a una villa con il proprietario che stava aprendo il cancello. Nel superarlo, dopo una piccola manovra, Masi guardò il conducente. "Era identico - ha detto - al fotofit di Messina Denaro pubblicato in quei giorni dai giornali". Non avvertì i suoi superiori con i quali era in cattivi rapporti ma una persona che non trovò più l'auto segnalata. Masi non si fermò. Avrebbe fatto indagini in prima persona: piazzò una telecamera davanti alla villa e identificò il proprietario originario di Castelvetrano, il paese di Messina Denaro. Avrebbe pure fermato l'attenzione su un giro persone riconducibili al boss più ricercato d'Italia. Solo dopo alcuni giorni Masi presentò una relazione di servizio che, in alcune parti, alcuni ufficiali gli avrebbero chiesto di purgare. E solo nel 2010, quando i contrasti con i superiori erano esplosi con uno scambio di denunce, Masi ha tirato fuori la relazione originale che oggi è stata prodotta in udienza dal pm Vittorio Teresi.