Il caso
Ragusa, lo scandalo del Tribunale pericoloso: se la spending review diventa un optional
Lo scandalo del Tribunale di Ragusa e del Palazzo di giustizia ibleo con gravi criticità strutturali rischia di diventare una sorta di rompicapo e di offesa alla logica e al buon senso. Tutto questo perché si continua a non volere utilizzare il Palazzo di giustizia di Modica – antisismico, moderno, efficiente – abbandonato e destinato a diventare una cattedrale nel deserto dopo soli nove anni di vita: inaugurato nel 2004, chiuso nel 2013. La vicenda dell’accorpamento del Tribunale di Modica a quello di Ragusa ma, ancor di più, la pervicace volontà di non volere utilizzare l’edificio di Modica per razionalizzare l’amministrazione della giustizia nel territorio ibleo, si arricchisce di un capitolo inquietante che confermerebbe la continua violazione di quelle norme contenute nella cosìddetta “spending review”. L’avvocato Carmelo Scarso (componente del comitato pro Tribunale di Modica) sostiene, infatti, che si stia facendo strada l’idea di trasferire gli uffici giudiziari di Ragusa nel Palazzo Tumino – un complesso edilizio enorme nei pressi della stazione ferroviaria, inutilizzato e, quindi, improduttivo da anni per i proprietari – che potrebbe risolvere i problemi strutturali e logistici del Palazzo di giustizia ragusano. “Ma – si chiede l’avvocato Scarso – a quale prezzo? Chi dovrebbe comprarlo? No di certo il Ministero che, a Modica, a pochi chilometri, ha un edificio tra i più moderni d’Italia che potrebbe ospitare uffici giudiziari. Forse il Comune? Il sindaco Federico Piccitto dice di non avere in agenda nessun argomento del genere. Si potrebbe pensare ad affittare questi locali. Ma quanto costerebbero? E, in questo modo, si risparmierebbe o si offrirebbe su un piatto d’argento un affare milionario ai proprietari dell’immobile vicino alla stazione ferroviaria”?
Sono domande alle quali qualcuno dovrebbe dare una risposta. Non fosse altro per il fatto che qualsiasi soluzione comporterebbe l’impiego di soldi pubblici e la violazione della “clausola di invarianza finanziaria” contenuta nella riforma della geografia giudiziaria: “L’accorpamento di un Tribunale ad un altro non deve comportare costi in più per la collettività”. Non ci risulta che questa norma sia stata abolita!
Una norma, piuttosto, che, a Ragusa, è stata violata più volte se, in un solo anno, è stato speso oltre un milione di euro per affittare nuovi locali al servizio del Tribunale, per ristrutturarne altri senza ottenere, però, i risultati sperati in fatto di sicurezza nei luoghi di lavoro. Basterà ricordare che, attualmente, si spendono 500.000 euro di affitto l’anno per due piani dell’ex palazzo Telecom (lasciato dalla società telefonica per carenze legate alla sicurezza nei luoghi di lavoro) dove sono sistemati gli ufficiali giudiziari; per la locazione di altri uffici in un palazzo di piazza San Giovanni e nell’Area di sviluppo industriale – a circa tre chilometri dal centro – per ospitare il giudice di pace di Vittoria che, prima della “rivoluzione” aveva propri locali nella sezione staccata del Tribunale di Ragusa, in un immobile moderno ed efficiente. E’ normale e logico tutto questo?
E, allora, fino a quando continueremo ad offendere la logica di chi vuole tutelare davvero la buona giustizia e i diritti di chi si rivolge ad essa?
Fino a quando, dopo le denunce alla Corte dei Conti e alle autorità che tutelano la sicurezza nei luoghi pubblici, l’Ispettorato del lavoro e i Vigili del fuoco saranno disposti ad assumersi responsabilità di altri?
Fino a quando si potrà continuare ad ignorare il rischio sismico tenendo aperta una struttura che presenta criticità strutturali e ignorando l’esistenza di un altro immobile con tutte le garanzie di sicurezza nei posti di lavoro?
Fino a quando si continuerà a tenere le udienze in locali che, più che ad aule giudiziarie, sono assimilabili ad economiche sale per banchetti nuziali?
Fino a quando i politici potranno fare “melina” su un argomento da affrontare, invece, seriamente e con tutta la grinta possibile?
A meno che non si decida, unilateralmente, che, su certi argomenti, la legge non sia altro che un optional. Non crediamo che si debba aggiungere qualcosa di grottesco ad una vicenda che non ha bisogno di alimentare altre polemiche e nuovi dubbi. Ne andrebbe della credibilità di quella giustizia amministrata nel nome del popolo italiano.
A mettere ordine in una storia tutta italiana - e siciliana, in particolare – potrebbe essere, adesso, un vertice al Ministero della Giustizia dove si parlerà dell’utilizzazione del Palazzo di giustizia di Modica in relazione, innanzitutto, alla prevenzione del rischio sismico. Lo conferma il portavoce del Comitato pro Tribunale di Modica, Enzo Galazzo. “Il Comitato – afferma l’avvocato Galazzo – sta lavorando affinchè la riunione al Ministero si tenga al più presto in modo da trovare una soluzione alla vicenda”.