operazione dei carabinieri
Frana su A18 Messina-Catania, 10 indagati per disastro ambientale
Disastro ambientale. I carabinieri del Comando provinciale di Messina e del Nucleo Operativo ecologico di Catania hanno notificato dieci avvisi di garanzia, emessi dalla Procura peloritana, per disastro ambientale in concorso e falsità ideologica commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici. I provvedimenti scaturiscono dalle indagini condotte a seguito della frana che il 5 ottobre 2015 ha interessato un ampio tratto dell'autostrada A18 Messina-Catania, nel comune di Letojanni. I provvedimenti sono stati eseguiti a Messina, Misterbianco e Venezia.
Sono sei amministratori e proprietari di un complesso alberghiero e di alcune case estive in contrada Sillemi alta, due dirigenti del Cas, il sindaco e il capo ufficio tecnico del Comune di Letojanni, gli indagati per la frana sull'autostrada Messina-Catania. Gli amministratori e proprietari di albergo e case sono accusati di non avere eseguito i lavori per la regimentazione delle acque bianche sversate nel pendio che da' su quel tratto di autostrada; i due dirigenti del Cas, il Consorzio autostrade siciliane, di avere omesso di predisporre interventi per preservare la sicurezza delle corsie autostradali, e il sindaco e il capo ufficio tecnico di Letojanni per l'approvazione del progetto di messa in sicurezza di contrada Sillemi senza i nulla osta da parte degli organi tecnici: non avrebbero effettuato controlli sullo smaltimento delle acque bianche relativi ai complessi edilizi di contrada Sillemi. La procura sulla scorta di una consulenza tecnica ha disposto anche il sequestro di una serie di abitazioni gia' all'epoca sgomberate, di altre palazzine e tutto il costone. "Da un sopralluogo aereo - spiega il procuratore aggiunto di Messina Giovannella Scaminaci - e' emerso che non solo non e' stato messo in sicurezza il costone, ma che gli sversamenti continuano. "abbiamo proceduto per disastro ambientale, visto che non abbiamo un semplice smottamento. Ci auguriamo - conclude - di non arrivare al G7 con il costone sotto sequestro. Il provvedimento e' finalizzato a non utilizzare questi tratti e questi terreni se non al fine della messa in sicurezza".