Operazione "Predator"
Sgominata banda nel Ragusano dedita ai furti in cantieri edili e scuole: 5 arresti
Una banda specializzata nella commissione di furti a danno di cantieri edili, pubblici e privati e di istituti scolastici è stata sgominata nel Ragusano. Cinque i provvedimenti cautelari, di cui 1 in carcere, 3 agli arresti domiciliari ed un obbligo di presentazione alla P.G., sono state eseguite all'alba dai Carabinieri della Compagnia di Vittoria nelle città di Acate e Comiso. Le indagini, supportati di ausili tecnologici all'avanguardia, hanno preso il via a gennaio scorso, i reati contestati sono furto aggravato in concorso e ricettazione e riguardano Gaetano Velardita, 26enne vittoriese, disoccupato, pregiudicato, ristretto presso la Casa Circondariale di Ragusa; Gaetano Velardita, 20enne comisano, disoccupato, pregiudicato, sottoposto agli arresti domiciliari; Mario Procida, 28enne vittoriese, disoccupato, pregiudicato, sottoposto agli arresti domiciliari; Salvatrice Trubia, 26enne gelese, disoccupata, pregiudicata, sottoposta agli arresti domiciliari e M.Mirabella, 29 enne di Vittoria ma residente ad Acate.
L’operazione, denominata “Predator”, conta anche ben 10 persone denunciate a piede libero per ricettazione in concorso, con il contestuale recupero della quasi totalità della refurtiva sottratta: computer fissi e portatili con le relative custodie, videoproiettori, cavi e monitor utilizzati dagli studenti per le lezioni multimediali in aula, oltre ad utensili e materiale vario per l’edilizia (trapani, seghe, attrezzi vari, piastrelle, cemento, colla etc. per un valore complessivo di oltre 50.000 euro, che venivano rivendute ad acquirenti che talvolta hanno addirittura commissionato i furti. La base logistica del gruppo era ad Acate, nelle abitazioni degli arrestati, nonché in case rurali abbandonate ed occupate dagli indagati, dove veniva custodita la merce rubata in attesa di essere smerciata. I furti, finora accertati sono 12. Singolare il linguaggio utilizzato tra i membri del sodalizio per indicare la merce trafugata che veniva indicata con i termini: "caffè", "pizza" o “bottiglia”. Le indagini proseguono per individuare altri complici ed eventuali basisti.