Una sorta di resa del governo siciliano
La Regione costretta a ricorrere all'esercizio provvisorio
Saranno depositati domani all'Ars il bilancio e la finanziaria per il 2016. Lo dice l'assessore all'Economia Alessandro Baccei che ha preso parte oggi ad una riunione della Commissione bilancio nel corso della quale si è tentato di formulare un calendario per arrivare all'approvazione dei documenti finanziari della Regione il prima possibile. "Ieri in giunta sono stati proposti dai vari assessori alcuni aggiustamenti ai testi - ha detto Baccei - gli uffici li stanno completando e i documenti saranno presentati all'Ars domani".
Sui 500 milioni che dovrebbero arrivare da Roma, a integrazione dei 900 già stanziati dal governo nazionale in base alle spettanze dell'Isola, ha affermato: "Di questo non abbiamo discusso, si tratta di accantonamenti negativi e tali restano. Non c'è molto da dire. Con il presidente della Commissione bilancio stiamo tentando di elaborare un calendario per arrivare ad approvare tutto prima possibile perchè "se si riesce ad evitare l'esercizio provvisorio è meglio", ha proseguito anche se in precedenza ha detto di ritenere quasi inevitabile il ricorso all'esercizio provvisorio per almeno un mese. "
L'obiettivo è portare bilancio e finanziaria in Aula per il 27 dicembre dopo aver sentito il parere delle commissioni di merito e aver raggiunto un intesa in commissione bilancio - ha detto entrando nel dettaglio il presidente della Commissione bilancio Vincenzo Vinciullo - così l'Aula puo' approvarlo entro il 12 gennaio, in tempo per sventare l'esercizio provvisorio a cui si dovrebbe necessariamente ricorrere se non si riesce a varare il tutto entro il 17 gennaio".
TAGLI E PERMESSI A DISTACCHI REGIONE
Parte la trattativa tra l'Aran Sicilia e i sindacati dei regionali sulla proposta del governo di riduzione di distacchi, aspettative e permessi sindacali retribuiti. Nel pomeriggio Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Cobas-Codir, Sadir e Siad incontreranno i rappresentanti dell'Agenzia. Per i sindacati, però, la sforbiciata fino al 60% nel caso permessi retribuiti sindacali e del 50% nel caso delle aspettative, è basata su parametri che in Sicilia ledono lo svolgimento dell'attività sindacale. Nei giorni scorsi la giunta regionale ha dato mandato all'Aran di avviare la trattativa e arrivare ad un'intesa entro il 31 dicembre. In caso di mancato accordo, dal primo gennaio 2016 in Sicilia troverebbe applicazione la normativa statale e il contratto collettivo nazionale quadro.
LA REGIONE TAGLIA AI COMUNI 10 MILIONI
Dieci milioni in meno rispetto allo scorso anno per i comuni nella manovra approvata ieri sera dalla giunta Crocetta che ha stanziato 340 milioni di euro. Ma per il governatore Rosario Crocetta la riduzione "sarà compensata dai tagli ai gettoni per amministratori e consiglieri comunali, che avverrà subito e non dopo le prossime elezioni amministrative, e che dunque arrecherà un beneficio per le casse comunali".
MPA: CROCETTA HA FATTO PERDERE 3 MILIARDI
"450 milioni di euro non restituiti dallo Stato per gli anni precedenti e una perdita 'a regime' di circa un miliardo di euro annui dal 2014. E' questo il risultato nefasto dell'accordo sottoscritto dal Governatore Crocetta con il Governo nazionale, con cui il presidente della Regione si è impegnato a rinunciare agli effetti positivi delle sentenze che la Corte Costituzionale ha emesso o emetterà sui ricorsi presentati dalla Regione contro norme nazionali". A fare i conti è il gruppo del Mpa all'Ars in conferenza stampa, a Palazzo dei Normanni. "Nel corso degli anni - sostiene il capogruppo del Mpa, Giovanni Di Mauro - sono stati presentati diversi ricorsi dalla Regione per presunte violazioni dello Statuto regionale da parte dello Stato. Di questi ricorsi sono tre quelli già arrivati al giudizio della Corte, che con tre sentenze del 2015, ha riconosciuto la violazione dello Statuto e quindi il diritto della Regione a somme ben più alte di quelle oggi riconosciute dallo Stato". In particolare, la sentenza 65 "ha annullato un aumento deciso unilateralmente nel 2012 dallo Stato della quota di contribuzione della Sicilia alla finanza pubblica". In sostanza questa prima sentenza riconosce alla Sicilia il diritto ad aver restituiti 350 milioni di euro per il passato e una riduzione della quota pagata dalla Sicilia pari a 235 milioni annui. La seconda sentenza ha invece riconosciuto alla Sicilia il diritto al maggiore gettito derivante dalla regionalizzazione della tassa di concessione automobilistica. In questo caso l'importo perso dalla Sicilia è compreso fra 70 e 100 milioni a regime. "Ma la sentenza più clamorosa è senza dubbio quella di dicembre con cui la Corte ha accolto un altro ricorso della Regione relativo alla legge di stabilità del 2014, riconoscendo alla Sicilia il diritto al maggiore gettito derivante dalla lotta all'evasione fiscale", sottolinea il Mpa. In questo caso, solo per il triennio 2014-2016 e sulla base dei dati del Dpef nazionale, l'importo perso dalla Sicilia è di circa 1,8 miliardi, con una stima certamente per difetto. "Mentre da venti giorni si discute a Roma se 'concedere' alla Sicilia una somma di 900 milioni per far quadrare i conti del bilancio regionale - afferma il deputato Toti Lombardo - si scopre che in realtà lo Stato soltanto nell'ultimo anno ha trattenuto indebitamente molto di più e che, per effetto delle sentenze della Suprema Corte dovrebbe restituire alla Sicilia cifra stratosfericamente più alte". "Ancora più grave, e prova della sudditanza con cui Crocetta si rapporta al governo nazionale - prosegue il deputato - è il fatto che in virtù di quelle sentenze non soltanto la Regione ha diritto alla restituzione di ingenti somme, ma proprio perché quelle sentenze hanno cancellato le norme impugnate, sia lo Stato che la Regione dovrebbero prenderne semplicemente atto, adeguando i propri conti. Né il Governo Renzi né quello Crocetta lo stanno facendo, dimostrando disprezzo per sia per i diritti dei siciliani che per le regole basilari del rapporto fra Istituzioni".