Donne e Isis
Ecco chi sono "Le spose della jihad"
Sono state chiamate "Le spose della Jihad", sono le donne occidentali che seguono la causa dello stato islamico e che si uniscono ai terroristi dell'Isis per perorare la causa, ma il termine con cui si chiamano tra di loro è Muhajirat ovvero le migranti. Ma come avviene il reclutamento da parte dell'Isis di queste donne occidentali? Attraverso una sofistcata rete di reclutatrici per lo più operanti nella rete, da facebook fino a siti inneggianti la propaganda jihadista. All'inizio, diversi anni fa, partivano dall'occidente per lo più solo uomini, ma dalla nascita dello stato islamico sono state molte le donne, i bambini e le famiglie intere che sono partite. Anche se non ci sono numeri precisi, secopndo le stime, sarebbero circa 2500 le donne seguaci del califfo Al-Baghdadi.
Una ragazza francese, Sahra Mehenni, di 18 anni, che viveva con padre e madre nel sud della Francia, dopo aver indossato il velo e aver abbandonato la scuola, un bel giorno, l'11 marzo del 2014, non è più tornata a casa. tre giorni dopo ha telefonato dalla Siria dicendo che si era sposata con un giovane tunisino da poco conosciuto. Al padre ha semplicemente detto "Tu non sei un vero musulmano". Tre adolescenti inglesi, Kadiza Sultana, Shamima Begum e Amira Abase sono decollate da Gatwich con abiti casual e, in borsa, il depilatore e i trucchi. I "facilitatori" dell'Isis le hanno condotte da Istanbul via terra fino al confine siriano.
Poi ci sono i casi di ragazze convertite come l'italiana Maria Giulia Sergio, di Torre del Greco, cresciuta nell'Hinterland milanese, che aveva scelto l'islam ed un nuovo nome, Fatima, per unirsi all'isis.
Le reclutatrici attive online, raccontano la vita quotidiana del califfato, tra scene di normalità e di sangue. Promettono a chi arriva una casa gratis e un bottino di guerra. Romanticizzano la "sorellanza" tra jihadiste e persino le nozze forzate.
Ma la realtà poi è ben diversa, gli uomini per lo più le trattano senza il minimo rispetto e dignità arrivando persino a violenze sessuali e omicidi. Una vita brutale dove l'unico credo è la causa della jihad e niente altro.
Finora sono una decina le occidentali pentite e fuggite via. Il loro viaggio al contrario racconta una storia opposta a quella delle reclutatrici dell'Isis.