Ars, nuova bocciatura dell'esecutivo in Aula
Crocetta: "Gravissimo, la riscossione tornerà ad Equitalia"
Ha il tenore di un vero e proprio 'comitato di guerra' la riunione del Consiglio di presidenza dell'Ars fissata d'urgenza per oggi alle 13.30, dopo le furiose polemiche provocate dall'approvazione ieri in Assemblea dell'emendamento soppressivo del Movimento 5 stelle che, in sede di variazioni di bilancio, ha azzerato la norma del governo Crocetta che assegnava 2 milioni e mezzo alla vacillante Riscossione Sicilia. Una sonora bocciatura per l'esecutivo che segue di qualche giorno quella bruciante subita in occasione del voto sul Def. Per Rosario Crocetta un "atto gravissimo e assurdo" dalle conseguenze definite devastanti perche' la Regione "verra' privata del servizio di riscossione che sara' affidato con molta probabilita' ad Equitalia. Voglio credere sia stato un errore". Molto piu' pesante il presidente della societa' regionale, Antonio Fiumefreddo, fedelissimo del governatore, che ieri ha parlato di "atto di pirateria", spiegando che non si meraviglierebbe se "tra i pirati, che si sono nascosti dietro il voto segreto, ci fossero parte dei 61 parlamentari ai quali per la prima volta nella storia abbiamo notificato i pignoramenti delle loro laute indennita'. Convochero' il Cda immediatamente e portero' i libri in tribunale, nel contempo chiedendo un incontro al procuratore della repubblica di Palermo. Solo la magistratura puo' salvarci dai mascalzoni travestiti da uomini delle istituzioni". Al presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone, d'intesa con i due vice presidenti Antonio Venturino e Giuseppe Lupo, non e' rimasto che convocare un "Consiglio di presidenza urgente" per valutare, poco prima della seduta d'Aula, "le azioni da intraprendere in difesa del Parlamento siciliano a seguito delle gravi e infamanti dichiarazioni da parte del presidente di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo".
Poco prima della riunione del Consiglio di presidenza dell'Ars, il presidente di Riscossione Sicilia, sotto accusa, rivendica che la societa' e' dotata di un piano industriale, approvato nell'ottobre del 2014 e in vigore fino ad ottobre 2017. Lo fa rispondendo a quanti ieri in Parlamento avrebbero affermato che la societa' ne sarebbe sprovvista. Fiumefreddo poi esprime "disappunto, come cittadino e come responsabile di una societa' che da lavoro a 700 famiglie e raccoglie oltre mezzo miliardo di euro l'anno per la Regione, per quanto accaduto ieri con la bocciatura dell'emendamento che, peraltro, non regalava nulla a Riscossione ma semplicemente erogava una minima parte dei rimborsi dovuti". Soprattutto, "nessuna offesa alla istituzione parlamentare, ma certamente indignazione per chi avrebbe addirittura in aula dichiarato, come del resto gia' fatto qualche mese prima in Commissione Bilancio, che occorreva punire Riscossione Sicilia in quanto rea di avere pignorato le indennita' ai parlamentari. Una dichiarazione che contiene una notizia di reato oltre che una evidente diseducazione civile atteso che Riscossione Sicilia, pignorando anche i parlamentari, ha applicato la legge e quindi ha fatto il proprio dovere come fa ogni giorno con decine di padri di famiglia ai quali e' pignorato il ben piu' misero stipendio". Infine, la sicurezza che Ardizzone "sapra' difendere l'onore del Parlamento e tutelarne il prestigio rispetto a chi, in modo cosi' marchiano, ne ha offeso la dignita'".