Nell'aula bunker di Firenze
Capaci bis, Nino Giuffrè in aula racconta il via libera alle stragi
Salvatore Madonia, detto Salvuccio, imputato nell'ambito del processo per la strage di Capaci e ritenuto a capo del mandamento di Resuttana, nega di aver mai partecipato a qualsiasi commissione di Cosa nostra e in particolare a quella in cui Totò Riina sentenzio' la morte del giudice Giovanni Falcone. E lo ha fatto nel faccia a faccia con il collaboratore di giustizia Giovanni Brusca, suo principale accusatore. Il confronto si e' svolto questa mattina, nell'aula bunker del carcere di Firenze, dove si trova in trasferta la Corte d'Assise di Caltanissetta. Un confronto a tratti molto teso, dove l'ex killer di Cosa nostra e Madonia si sono accusati reciprocamente. Madonia ha affermato che nessun componente della sua famiglia ha mai partecipato ad alcuna riunione in cui venne deciso di eliminare il magistrato, mentre Brusca ha detto alla Corte che già nel 1983, dopo la strage Chinnici, lui e Antonino Madonia, fratello di Salvatore, furono incaricati da Riina di eseguire l'omicidio del giudice. Omicidio che doveva avvenire con un'esplosione davanti il Tribunale di Palermo. "Con Salvuccio Madonia - ha sottolineato Brusca - non abbiamo mai parlato dell'attentato al giudice Falcone ma sapevamo che dovevamo commetterlo perchè la sua famiglia era a capo del mandamento di Resuttana". "Non ne so nulla - ha replicato Salvuccio Madonia - perchè all'epoca ero detenuto". Poi ha deposto Nino Giuffrè, ex boss di Cosa Nostra. "E' stata una riunione piena di tensione perchè si andava ad uno scontro frontale con lo Stato. La più brutta alla quale abbia mai partecipato. Si è trattato di una resa dei conti". E' quanto ha sostenuto Nino Giuffrè, da anni collaboratore di giustizia chiamato ad un confronto nell'aula bunker del carcere di Firenze con Salvatore Madonia, imputato nell'ambito del secondo processo per la strage di Capaci. L'ex esponente di Cosa nostra è tornato sulla riunione convocata da Totò Riina per gli auguri di Natale, svoltasi nel dicembre del 1991, quando venne deciso di dare il via alla stagione stragista ."Con quella riunione - ha detto Giuffrè - si e' chiuso un ciclo. Bisognava eliminare politici e magistrati, chiudere i conti con diversi personaggi politici ritenuti inaffidabili e con alcuni esponenti della magistratura come i giudici Falcone e Borsellino. Con quella riunione si è chiuso un ciclo politico iniziato nell'87 quando Cosa nostra decise di voltare le spalle alla Dc e appoggiare socialisti e radicali. A quella riunione parteciparono tutti i capi mandamento di Palermo. Fra loro c'era anche Salvatore Madonia, in qualità di capo mandamento di Resuttana perchè il fratello Antonino era stato appena arrestato". Immediata la replica di Madonia, assistito dall'avvocato Flavio Sinatra. "Io a quella riunione non c'ero. Ho incontrato Giuffrè una sola volta, nel 2002, nel carcere di Novara nel corso di una videoconferenza". Circostanza quest'ultima che Giuffrè però non ha ricordato. La prossima udienza del "Capaci bis" e' stata fissata per il 12 gennaio, alle 10, al Tribunale di Caltanissetta.