I 3 consiglieri sospettati di essere vicini ai mafiosi
Il sindaco di Catania Bianco all'Antimafia, il M5s lo provoca: "Perchè non si dimette?"
"Io non conosco la relazione della Commissione regionale antimafia, non mi e' stata fatta avere e sviluppare il dibattito su qualcosa che non si conosce non appartiene all'essenza della democrazia, ci possono andare di mezzo mafiosi ma anche persone perbene che non possono essere accomunate ad una versione in cui tutti alla fine risultano essere grigi. Prego questa Commissione parlamentare antimafia e anche la magistratura inquirente di fare massima e piena luce su questa vicenda". Cosi' Enzo Bianco, sindaco di Catania, davanti alla Commissione parlamentare antimafia, sulla istruttoria redatta dalla Commissione regionale Antimafia circa il Comune di Catania e che avrebbe accertato che "nel caso di tre delle cinque persone politiche indicate, l'ipotesi formulata dalla segnalazione ha trovato riscontro. Ho il diritto di sapere - ha proseguito il primo cittadino di Catania - chi sono i consiglieri comunali che ho di fronte. Sia che i fatti abbiano rilevanza penale o morale, io ho il diritto di saperlo. Chiedo che la magistratura catanese e la Commissione parlamentare antimafia facciano il massimo di approfondimento su questa vicenda. Trovo che le modalita' con cui si e' proceduto da parte della Commissione regionale antimafia, lascino un po' perplessi: qualche volta si parla di otto persone, a volte di due, non si gioca cosi' sui numeri e questa e' anche l'opinione della magistratura catanese. Chiedo che sia fatta piena luce su questa vicenda. Quando sarà fatta piena luce - ha concluso - potrò dire come intendiamo procedere".
RICOSTRUITA LA STORIA DEL PUA E LA TELEFONATA CON MARIO CIANCIO
"La citta' ha penetrazione mafiosa significativa oramai da molti decenni, io sono stato piu' volte sindaco di Catania durante la mia ultima sindacatura io presentai un piano urbanistico attuativo" ma quello che venne poi realizzato "dalla amministrazione Scapagnini è significativamente diverso da quello che io avevo elaborato". Lo ha affermato il sindaco di Catania, Enzo Bianco, nel corso della audizione in Commissione antimafia a Roma, nella quale ha ricostruito la storia del Pua cittadino, al centro di polemiche nell'ultimo periodo. "Quando si insedia la mia amministrazione, io completo la mia opera, accogliendo le modifiche proposte da alcune associazioni e la mia amministrazione riesce ad ottenere significativi cambiamenti. I titolari e proprietari di molte aree, non soddisfatti dalle decisioni della mia amministrazione, decidono di ricorrere al tribunale amministrativo. Nel periodo della apertura della mia campagna elettorale ho telefonato al direttore ed editore della Sicilia di Catania per chiedere se l'apertura della mia campagna elettorale sara' seguita dall'unico quotidiano della mia citta'. Nel corso della sua telefonata il dottor Ciancio - spiega Bianco - si dimostra particolarmente soddisfatto per la vicenda della approvazione del pua del giorno prima. Voglio specificare, inoltre he non ho avuto un atteggiamento di particolare favore da parte del giornale dell'editore Mario Ciancio Sanfilippo nei confronti della mia amministrazione".
NUTI A BIANCO: "NON E' IL CASO CHE LEI SI DIMETTA?"
"Lei non ritiene che data questa situazione grave e pesante non siano opportune le sue dimissioni?". La domanda al sindaco di Catania Enzo Bianco e' stata posta dal deputato del Movimento 5 Stelle Riccardo Nuti, componente della Commissione parlamentare Antimafia, a proposito di alcuni componenti del consiglio comunale che, secondo una relazione della Commissione regionale Antimafia sul Comune di Catania, "avrebbero avuto contatti con soggetti destinatari di provvedimenti giudiziari per associazione mafiosa".
CLAUDIO FAVA: "NON CREDO CHE LE NON SAPESSE CHE CIANCIO ERA INDAGATO"
"Non è compito nostro discutere sulla bontà o meno del Pua, il Piano urbanistico attuativo, ma parliamo di un progetto su cui gli interessi della criminalità sono altissimi e coinvolgono ai massimi livelli gli interessi delle cosche. Parliamo di un grande appalto sul quale l'interesse di Cosa nostra c'è". Così il vicepresidente della Commissione parlamentare Antimafia, Claudio Fava, durante l'audizione del sindaco di Catania, Enzo Bianco. "E' vero che il dottor Ciancio è stato prosciolto dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, ma il punto è l'interlocuzione tra il sindaco e un imprenditore che ha forti interessi su quelle aree investite dai progetti", ha proseguito Fava. "Mi permette di dubitare che lei non sapesse che al momento della telefonata Ciancio era indagato?. Tre anni prima il più grande editore siciliano era stato iscritto nel registro degli indagati. Che il sindaco di Catania non sapesse che Ciancio fosse indagato al momento della telefonata mi sembra strano, credo invece che ne fosse consapevole. Era consapevole dei forti interessi di Ciancio sull'area in cui era stata votata quella variante?", ha chiesto Fava.