Teatro Garibaldi
Stagione di prosa Modica, Perracchio e Arezzo "conquistano" il pubblico
Uno spettacolo degno di questo nome quello che, venerdì sera, Marcello Perracchio e Giovanni Arezzo – con una bella incursione di Barbara Giummarra nel finale – hanno portato sul palco del Teatro Garibaldi di Modica per la regia di Franco Giorgio. “Il canto del cigno”, liberamente tratto da Cechov e riscritto con mano leggera e competente da Franco Giorgio, ha emozionato il pubblico e il protagonista, Marcello Perracchio, per il quale si è trattato di un particolare “ritorno a casa”. L’attore modicano, infatti, proprio al “Garibaldi”, con gli show studenteschi dell’Istituto Tecnico Archimede, ancora giovanissimo, iniziò la sua carriera di artista. Allora, alla metà degli Anni Sessanta, era un mettersi in gioco, l’8 dicembre, con quelle che venivano chiamate “scenette” ma che potevano inserirsi, a buon diritto, nell’avanspettacolo più classico. Grazie, soprattutto, alla bravura dei protagonisti: tra di loro, appunto, anche Marcello Perracchio e un suo grande amico, Ciccio Belgiorno, eclettico compagno di palcoscenico e di incursioni notturne lungo il Corso e i vicoli di Modica. E all’amico Ciccio – sicuramente attento spettatore oltre la volta del Garibaldi – Marcello ha voluto dedicare lo spettacolo, facendo inumidire gli occhi di chi a quelle “scenette” aveva assistito da ragazzo o che vi aveva partecipato come studente dell’Archimede. Opportuna, alla fine, la targa-ricordo a Perracchio consegnata dalla Fondazione Teatro Garibaldi.
“Il canto del cigno” è l’incontro di un attore consumato (Marcello Perracchio) e di un attore giovane (Giovanni Arezzo), tra le quinte di un teatro qualunque in una città qualunque. Comincia così il racconto del vecchio attore che ricorda le sue interpretazioni recitando brani tratti da opere di Pirandello, Fava, Verga: un excursus nella lunga e ricca carriera artistica di Marcello Perracchio. A questa “rievocazione” partecipa l’attore giovane: un Giovanni Arezzo davvero molto bravo, capace di tenere la scena senza, tuttavia, invaderla o turbarla, misurato e professionale, degno di raggiungere i grandi obiettivi che la sua giovane età fanno già presagire. I due protagonisti fanno scivolare piacevolmente lo spettacolo fra drammaticità e farsa, ironia e sarcasmo, ilarità e spensieratezza. Un mix di sentimenti che ha pienamente coinvolto il pubblico che non ha lesinato applausi.
Prossimo appuntamento con la stagione di prosa del Teatro Garibaldi di Modica, venerdì 5 febbraio, sempre alle 21. In scena “Figli maschi” di Camillo Mascolino, con Giovanna Criscuolo e Valentina Ferrante.