Cinema
"Fiori di fuoco", il regista Cannella racconta Borgo Vecchio a Palermo
Gli inizi del regista palermitano Riccardo Cannella, classe 1991, ricordano molto quelli del premio Oscar bagherese Giuseppe Tornatore: a 19 anni vince il Bisacquino Festival Set 2011 con il cortometraggio "La pietra e il ferro". Un anno dopo fa incetta di riconoscimenti con il controverso "Chi vuoi che sia" selezionato al David di Donatello e premiato al Parma Filmfestival e al festival doc Abruzzo, poi è la volta di "I come Isgrò", selezionato al Biografilmfestival di Bologna, che ricostruisce il percorso creativo di uno degli artisti italiani più riconosciuti a livello internazionale. E ora "Fiori di Fuoco", il saggio che diploma il ventiquattrenne videomaker al Centro sperimentale di Cinematografia raccontando il "Borgo vecchio", il rione popolare nel cuore della città di Palermo, ripreso sia nel fluire lento della quotidianità che nei ritmi concitati della festa della Patrona, Sant'Anna. Fiori di fuoco ha già ricevuto importanti riconoscimenti come l'Awards of Merit per il miglior documentario d'esordio, miglior suono e miglior montaggio al World Documentary Awards di Jakarta ed è stato selezionato dallo Hollywood International Independent Film Festival e da RomaCinemaDoc. "Ho immaginato il quartiere di Borgo Vecchio come una pianta che si muove e vive lentamente ma che d'improvviso lascia sbocciare i propri fiori, come fuochi d'artificio", dice Cannella che domani alle 21 nella Sala Bianca della sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia ai Cantieri Culturali alla Zisa presenterà il suo ultimo lavoro.