Lo diceva in francese agli aguzzini
Il tecnico di Carlentini Salvo Failla ai carcerieri: "Non vendeteci all'Isis"
"Vi prego, non vendeteci all'Isis". "No, non vi vendiamo a chi ammazza le persone". Era la preghiera che Salvatore Failla aveva rivolto in francese, parlando anche a nome degli altri tecnici della Bonatti sotto sequestro, a uno dei carcerieri durante la lunga prigionia. La circostanza e' stata riferita al pm Sergio Colaiocco da Filippo Calcagno e Gino Pollicardo, i due connazionali rientrati a Roma domenica mattina e poi sentiti per quasi sei ore in una caserma del Ros. Solo uno dei carcerieri masticava un po' di francese, gli altri sequestratori parlavano arabo. Gli ostaggi, che hanno cambiato due covi pur trovandosi sempre nella zona di Sabrata, sono stati insieme fino all'ultimo ("Questo ci ha dato tanto coraggio", hanno raccontato al pm). La separazione del gruppo e' del 2 marzo: "Quel giorno hanno preso Failla e Fausto Piano - hanno detto i due ex ostaggi - e li hanno portati via. Non abbiamo capito il perche'". Una separazione pagata a carissimo prezzo perche' Failla e Piano sono morti in uno scontro a fuoco con le milizie di sicurezza libiche. Pollicardo e Calcagno, senza conoscere la sorte dei compagni di sventura, sono rimasti 48 ore chiusi in una casa, senza cibo ne' acqua: "Per due giorni non abbiamo sentito alcun rumore e allora abbiamo deciso di forzare la porta e provare ad uscire. Per fortuna ci e' andata bene".