Lo ha affermato il ministro degli Esteri di Tripoli
Il tecnico di Carlentini Salvo Failla "giustiziato" con un colpo alla nuca
"I due italiani deceduti, Salvo Failla e Fausto Piano, e vedrete che l'autopsia confermerà la nostra versione, sono stati uccisi con un colpo alla nuca. Quindi è stata un'esecuzione a sangue freddo compiuta da criminali tunisini che non hanno nulla a che fare con l'Islam. Queste sono le informazioni che abbiamo, ora cercheremo di capire perché lo hanno fatto. Nel frattempo facciamo le nostre condoglianze più sentite alle famiglie e speriamo che non si verifichi mai più una cosa del genere". Lo afferma il ministro degli Esteri del governo di Tripoli, Ali Abuzaakouk. Parlando della lotta all'Isis, "combattere lo Stato islamico è la nostra priorità. Accetteremo la cooperazione degli altri Paesi in termini di aiuti logistici, armamenti, munizioni. Questo vuol dire lavorare insieme per eliminare l'Isis dalla Libia, in modo che non possa colpire i nostri Paesi confinanti o l'Europa", dice il ministro. Tuttavia "se qualcuno proverà a colpire il nostro Paese senza permesso, il suo gesto verrà considerato un atto di aggressione e una violazione della nostra sovranità nazionale". Sulla presenza in Libia di forze europee di intelligence, "la nostra politica è quella di non avere stranieri armati in Libia. L' unico caso sono forze presenti con il generale Haftar in Cirenaica. Non rifiutiamo un lavoro comune di intelligence per combattere l'Isis, ma la nostra politica sull'argomento è chiara: ufficialmente non abbiamo nessuna forza militare straniera e lo sottolineo, militare", dichiara Abuzaakouk.
Intanto si continua ad aspettare l'arrivo delle salme: "Ho parlato con il Pm Sergio Colaiocco e anche lui condivide la tesi che siamo davanti a una situazione kafkiana: non c'è ancora certezza sui tempi del rientro delle salme in Italia". Lo ha detto l'avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, legale delle vedova di Salvatore Failla, uno dei due tecnici della Bonatti uccisi in Libia. "Il capo dell'unità di crisi - aggiunge il penalista - è a Tripoli: i nostri stanno trattando in modo veemente, ma non abbiamo conferma sul rientro delle salme. L'unica certezza è che non è stata fatta ancora l'autopsia, e le dichiarazioni del ministro degli Esteri del governo della Libia, che ha parlato di esecuzione con un colpo di pistola in testa, rendono ancora più importante che l'esame medico legale sia eseguito in Italia".