L'intervista del figlio del padrino a Porta a porta
Show di Riina Jr in tv: "Cos'è la mafia? Non me lo sono mai chiesto"
Ci sono già le anticipazioni dell'intervista Bruno Vespa ha fatto a Salvo Riina, il figlio del padrino della mafia, Totò, questi detenuto al 41 bis. "Solo in Italia succede ciò. In tanti altri Paesi democratici non succede che un pentito che dice di aver commesso centinaia di omicidi non fa neanche un giorno di carcere. Poi accusano le persone, le mandano in carcere poi tornano a fare quello che facevano prima. Si poteva scegliere di fa scontare un minimo delle cose che avevano fatto". Lo afferma Salvo Riina, nell'intervista a Bruno Vespa a Porta a Porta che aggiunge: "Io non giudico Falcone e Borsellino. Qualsiasi cosa io dico sarebbe strumentalizzata. Se io esterno un parere su queste persone viene strumentalizzato, io ho sempre rispetto per i morti, per tutti. Per me lo Stato è l'entità in cui vivo, questo per me è lo Stato. Io rispetto lo Stato, l'ho sempre rispettato, magari non condivido determinate leggi o sentenze. Se condivido l'arresto di mio padre? No, perché è mio padre. A me hanno tolto mio padre", così Salvo Riina.
Vespa gli chiede perché, nel suo libro, manchi qualsiasi parola di dissenso rispetto al capo dei capi della mafia . "Perché io amo lui e la mia famiglia, non tocca a me giudicare le azioni della mia famiglia, io giudico ciò che mi hanno trasmesso, i valori, il rispetto. Se io oggi sono la persona che sono lo devo ai miei genitori. Molti penseranno che è un libro reticente ma io ho voluto scrivere ciò che è stata effettivamente la vita all'interno della mia famiglia. I rimproveri non toccano a me. Non tocca a me giudicare, ci sono stati giudici e sentenze, non li condivido ma mi sta bene".
Ecco cosa dice Salvo Riina sulla strage di Capaci che costò la vita al giudice Falcone, alla moglie ed agli agenti di scorta: " Noi solitamente uscivamo con la nostra compagnia e sentimmo un sacco di ambulanze, spesso se ne sentivano, ma questa volta c'era un viavai di ambulanze e auto della polizia che andavano verso Capaci. Ci dissero che avevano ucciso Giovanni Falcone. Restammo tutti ammutoliti, poi tornammo a casa e c'era mio padre che guardava il tg. Non mi venne mai il sospetto che mio padre era dietro gli attentati".
Ma cos'è per Salvo Riina la mafia? "Non me lo sono mai chiesto, non so cosa sia. Oggi la mafia può essere tutto e nulla. Omicidi e traffico di droga non sono soltanto della mafia".
Raccontando della sua vita, parla di "un'infanzia molto serena, perché a casa nostra non ci hanno mai trasmesso determinate problematiche che potevano vivere i miei genitori".
E a Vespa che gli chiede se si è mai chiesto perché non andasse a scuola, Salvo Riina replica: "Per noi non era normale ma non ci siamo mai chiesti perché non ce le facevano queste domande, eravamo una sorta di famiglia diversa, abbiamo sempre vissuto un po' questa vita diversa dagli altri. L'arresto di mio padre è stato uno spartito". "C'era - prosegue - una sorta di tacito accordo familiare, noi eravamo bambini particolari, il nostro contesto era diverso, abbiamo vissuto anche in maniera piacevole, nella sua complessità è stato come dire un gioco".