L'ex Pala Enichem blindato
Il Palasport di Priolo, la presidente della Fenice: "Contro di noi atti di mafia"
"E’ proprio vero, dopo un tanti anni di sacrifici ed allenamenti estenuanti nelle palestre fatiscenti ed al limite della praticabilità, con una voglia matta di mettersi in gioco, tralasciando per gli impegni presi anche la famiglia, si è arrivati al punto di dire basta a questi soprusi, arroganze, alla nostra attività sportiva mandando a casa e per strada un centinaio di ragazzi venuti con tanto entusiasmo e speranza per intraprendere insieme alla Fenice Basket di Priolo al risveglio delle attività sportive abbandonate per disinteresse politico e sociale. Ci abbiamo provato in tutti i modi a riprendere la storia di Priolo, che per tanti anni è stato al vertice delle attività sportive sia maschili che femminile, dando lustro a chi veramente ha amato lo sport e alla propria città". E' l'amaro sfogo della presidente, ma anche dell'anima della Fenice Basket di Priolo, Roberta Gitani.
L'ex scudettata d'Italia della trogylos racconta una storia per certi versi pazzesca. "Sorpresa delle sorprese e con orrore abbiamo constatato che presentatoci al Palasport (EX PalaEnichem) per le nostre regolari attività e gara provinciale, troviamo i cancelli chiusi con i lucchetti sostituiti come un vero e proprio atto di mafia “o mio o di nessuno”. Ho provato a rivolgermi alle istituzioni e a chiunque potesse darmi una mano – racconta Gitani – ma come sempre nulla è scontato i politici si defilano perché non è un problema istituzionale ma di natura amministrativa e di legge, essendo la struttura pignorata e all’asta per la vendita della stessa (continuando così possono utilizzare solo i ruderi non essendo mai stata manutenzionata). Dopo quattro mesi di lotte richieste spese affrontate sia per partecipare ai campionati locali e provinciali ho deciso di dire basta a questi atti mafiosi. Non si può fare un attività sportiva rimettendoci solo dei soldi giocando tutte le partite interne in trasferta, che assurdità. Ringrazio gli sponsor che mi hanno permesso di intraprendere un sogno che tenevo nel cassetto da tanti anni e che vedo sfumare dopo quasi un anno di attività. La nostra società è nata con sani principi morali e sportivi ed insegnamento della lealtà civile, tutte cose disattese per l’arroganza e la testardaggine di un singolo individuo che ha distrutto quel poco di buono che era rimasto a Priolo. Ho deciso di adire anche per vie legali per dare un segno a questo stato di ozio e prepotenza mafiosa. Purtroppo anche lì e tutta una questione di soldi carte bollate e chiacchiere che non portano a niente. Rimane il rammarico di aver fallito gli obiettivi per risvegliare l’entusiasmo giovanile di intraprendere con orgoglio le attività sportive". Roberta Gitani è come un fiume in piena: " E'ora di svegliarci e mostrare che non si vive di sola politica e promesse. E’ ora che tutti sappiano la verità di quello che succede a Priolo e dintorni. Come già specificato precedentemente non ci sono strutture pronte o sicure per essere utilizzate per le attività sportive in sicurezza, anche lì occorre riverificare le strutture e le conseguenti agibilità, sulla salute della comunità non si scherza. Mi appello a tutti i cittadini e chi veramente ama il proprio paese di affrontare queste problematiche magari organizzando un gruppo famiglia come rappresentante ed andare a parlare con le istituzioni, mi arrendo come sportiva ma non come donna battagliera e chi mi conosce sa che porterò fino in fondo la battaglia intrapresa. E' uno scempio vedere un Palasport inutilizzabile e chiuso. Possibile che nessuno intervenga per mettere fine a tutto ciò? Priolo ha sete di sport e di attività culturali, di spazio gestito dalle società che si mettono a disposizione e non certo per lucrare".