Letture
Siracusa, dizionario sentimentale di una città
“Se chi ti accompagna per le strade di una città è una voce che ne conosce gli aspetti più intimi, il viaggio cambia colore e i luoghi di quel posto, in fondo sconosciuto, diventano domestici, accoglienti. E il viaggio trova la sua giusta profondità”.
La voce che ci accompagna alla scoperta della città di Siracusa e di zone archeologiche limitrofe, come Megara Iblea, è quella di Giuseppina Norcia, siracusana classe 1973 amante della musica, del mare, della buona cucina e dei racconti intorno al fuoco che da anni si occupa di diffusione culturale.
Tutto questo lo si evince dalle pagine del suo dizionario sentimentale. Non si tratta di una guida turistica come molte se ne trovano in commercio. Con una narrazione fluida e competente, la Norcia ci accompagna per le vie di Siracusa, facendola scoprire e guardare con occhi nuovi anche ai suoi abitanti.
Il castello Maniace, castello Eurialo, il parco archeologico con le latomie e il teatro greco, la desolata Megara Iblea, le catacombe, la splendida Ortigia tra fontane, la camera regia, il bagno ebraico e vicoli con i panni stesi che si gonfiano al vento estivo.
Questa guida/romanzo ha il pregio di offrirci e presentarci la città attraverso itinerari che ci fanno arrivare ai suoi monumenti più importanti e a quelli un po’ nascosti nascosti e meno noti, ma di eguale fascino e bellezza, precorrendo vie e viuzze: perché i monumenti ed i vicoli vanno ammirati giungendo dalla giusta prospettiva, per coglierne tutto il significato e questo la Norcia lo sa bene.
Percorrendo Siracusa con questo dizionario sentimentale, accompagnati dalle nozioni storiche, aneddoti e curiosità riusciamo ad immergerci nei diversi contesti storici che hanno reso Siracusa e questa parte della Sicilia, come noi la vediamo oggi: dalla dominazione greca, passando per romani, arabi, spagnoli, francesi fino ai bombardamenti delle guerre mondiali e l’industrializzazione indiscriminata degli anni ’60.
Storia, leggenda, mito e architettura ci rendono la città fruibile a livello sentimentale, sensoriale ed emozionale.
Interessante il capitolo in cui si sofferma a parlare dei rapporto del siciliano con il cibo, che sempre lo elogia anche durante i pasti enumerando munifiche ricette, o tutto il finto riserbo che si nasconde quando rimane un’ultima porzione di cibo sul vassoio, e ci si perde in convenevoli, tutti la vorrebbero ma si passa con non curanza la scelta agli altri commensali. Per dire che una pietanza ha un buon sapore il siciliano ne esalta la bellezza: sapi beddu (è buono), o per esaltarne la freschezza: taliati che beddu (guardate com’è fresco). L’estetica della bellezza è sinonimo della bontà.
La Norcia fornisce anche una breve origine storica dei nostri piatti siciliani più ambiti: il cannolo, la cassata siciliana, le granite.
La Sicilia nella sua cultura gastronomica, architettonica e mitologica non è che il frutto delle dominazioni che si sono seguite. Giuseppina Norcia ha avuto la capacità di rendere tutto questo fruibile con semplicità e competenza. Una guida alternativa che ha il pregio di poter esser letta come un romanzo.
DIZIONARO SENTIMENTALE DI UNA CITTA’, GIUSEPPINA NORCIA , VandA.ePublishing