Impugnativa alle porte
Ex Province, Crocetta non cambia il testo del governo
"Se l'Assemblea siciliana vuole presentare e approvare la modifica della norma regionale che sancisce l'elezione dei sindaci metropolitani faccia pure, il governo è contrario e difenderà il testo già varato dall'aula salvaguardando così peraltro l'autonomia del nostro Parlamento regionale che si è espresso dando l'ok". Così il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, replicando al presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone che ieri aveva ribadito la propria posizione rispetto all'ipotesi di impugnativa da parte del Consiglio dei ministri della norma regionale, in contrasto con la Delrio che assegna di diritto ai sindaci dei capoluoghi il ruolo di guida delle città metropolitane. Per Crocetta "l'elezione come prevede la norma regionale e la nomina come sancisce la legge dello Stato sono due punti di vista diversi che non impediscono assolutamente di insidiare Liberi consorzi, che non sono oggetto di ipotesi di impegnativa, e le città metropolitane procedendo con le elezioni di secondo livello". "Non si capisce perché la norma sull'elezione, seppure in contatto con quella dello Stato, debba ritenersi incostituzionale in considerazione tra l'altro delle prerogative ordinamentali della Regione - afferma Crocetta - che non ha disciplinato in materia diversa le città metropolitane rispetto allo Stato ma solo sulla modalità di scelta del sindaco".
I PATTI PER CATANIA E PALERMO
"Propongo che il 'patto' per le città metropolitane venga sottoscritto in maniera congiunta dai sindaci delle città capoluogo e dai commissari delle città metropolitane". Così il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, a proposito della firma dei patti di Palermo e Catania che saranno firmati dal premier Renzi sabato prossimo nelle due città. In Sicilia le città metropolitane sono guidate da commissari in attesa dell'elezione dei sindaci in base alla norma approvata dall'Assemblea regionale nei giorni scorsi, mentre la legge Delrio assegna il ruolo di diritto ai sindaci dei capoluoghi.Per Crocetta "l'elezione come prevede la norma regionale e la nomina come sancisce l'ha legge cenno Stato sono due punti di vista diversi che non impediscono assolutamente di insidiare Liberi consorzi, che non sono oggetto di ipotesi di impegnativa, e le città metropolitane procedendo con le elezioni di secondo livello". "Non di capisce perché la norma sull'elezione, seppure in contatto con quella dello Stato, debba ritenersi incostituzionale in considerazione tra l'altro delle prerogative ordinamentali della Regione - afferma Crocetta - che non ha disciplinato in materia diversa le città metropolitane rispetto allo Stato ma solo sulla modalità di scelta del sindaco".