Naufragio 2015
Riprendono domani le operazioni di recupero del relitto con 700 corpi
Riprenderanno domani mattina le operazioni di recupero del barcone con a bordo circa 700 persone affondato il 18 aprile del 2015 nel canale di Sicilia. L'intervento, sottolinea una nota della Marina Militare che coordina il recupero, era iniziato il 27 aprile ma le navi erano state costrette a interrompere le operazioni a causa delle condizioni del mare. Il peschereccio si trova ad una profondità di circa 370 metri, a 85 miglia dalla costa della Libia. Per riportarlo a galla e trasferirlo in porto ci vorrà circa una settimana: l'arrivo al pontile della Nato di Melilli, in provincia di Siracusa, è previsto non prima del 9 maggio. Il barcone sarà sollevato dal fondale tramite un sistema di recupero robotizzato, controllato dalla superficie e progettato ad hoc, realizzato sulla base delle dimensioni del peschereccio. Il Comando delle operazioni in mare è affidato al Contrammiraglio Paolo Pezzutti, Comandante del Comsubin, imbarcato sulla nave salvataggio Anteo, con a bordo un team di palombari del Gruppo Operativo Subacquei (Gos). Il dispositivo navale comprende anche nave San Giorgio, nave Alghero e nave Tremiti che, attraverso l'uso di un Rov effettuerà una verifica del fondale al termine delle operazioni di recupero. Una volta che il peschereccio con a bordo i corpi di centinaia di migranti sarà tornato a galla, si utilizzerà l'azoto liquido per mantenere all'interno una temperatura tra i 5 e i 10 gradi. Successivamente sarà collocato su una chiatta e trasferito in porto dove verrà sistemato in una tensostruttura lunga trenta metri e alta dieci. I corpi saranno recuperati dai Vigili del Fuoco che entreranno nel barcone adottando le procedure stabilite per gli interventi di tipo nucleare, biologico, chimico e radiologico (Nbcr). Tutto l'intervento, sottolinea ancora la Marina, avverrà in "assoluta sicurezza, con rischio biologico escluso dal Ministero della Salute, sia per gli abitanti nel territorio circostante che per il personale dei Vigili del Fuoco". Il relitto sarà bonificato e poi smaltito. L'esame dei corpi spetterà invece agli esperti del Labanof dell'Università di Milano, per cercare di dare loro un'identità. Al termine di tutte le operazioni saranno sepolti nei cimiteri siciliani.