Teatro in Musica
Al Sangiorgi di Catania solo "Tango": niente balli
Il tango, parola che racchiude un mondo, di musica, ballo, letteratura, poesia, pittura e perfino gastronomia, è stato di scena ieri sera a Catania, al teatro Sangiorgi in una delle sue massime espressioni con lo spettacolo "Tango para escuchar" con Graziella Alessi alla voce, Alfredo D’Urso alla chitarra e Francesco Bazzano alle percussioni. Il trio ha interpretato musiche di Ramirez, Gardel, Delfino e Pizzolla creando un'atmosfera magica che ha proiettato gli spettatori in una Buenos Aires carica di atmosfere e sensazioni. A rendere ancora più coinvolgente lo spettacolo la presenza in alcuni brani del maestro di tango Angelo Grasso del Projecto Tango Catania, che insieme alla partner ha ballato sulle note sudamericane. Un tango da ascoltare dunque, non solo da ballare, raffinato e profondo come solo un momento poetico sa essere. La voce calda di Graziella Alessi sembra aprire, come una vicolo del quartiere Palermo di Baires, una finestra sulla storia del Tango. Ogni suite di brani è stata introdotta da informazioni sulla vita dei compositori e sulle influenze che il genere ha avuto nel corso della storia di un Paese e di un popolo.
Perfetta l'esecuzione dei musicisti, puntuale e precisa la chitarra con misteriosi impasti sonori delle percussioni.
La potenza immaginativa del tango è innegabile, la capacità di trasportare lontano attraverso chilometri di mare, attraverso pagine di libri e storie di uomini. Visualizzare Borges che scrive tra la penombra della sua cecità incalzante qualche pagina tra sangue e bordelli. Nei circoli letterari della città, quando lo scrittore argentino tornò nel 1914 in Argentina, avvenne un incontro decisivo che, come spesso accade in Borges altro non è se non un ritrovarsi: quello con il tango. Attraverso quella singolare combinazione di musica, poesia e danza, Borges si ricongiunse con le immagini della sua infanzia, quando il tango si ballava in strada e raccontava storie di omicidi e fuorilegge. Oppure sbirciare tra le pagine squadernate delle poesie di Neruda e imbattersi in una sublime ode al Tango per goderne in piena armonia non ha davvero prezzo. Come l'esperienza di ieri sera al Sangiorgi, peraltro esordio assoluto dell'affiatato trio.
Il tango non è purgatorio per anime solitarie, crogiolo di opportunismi per spiriti zelanti e insensibili o esperienza egotica che cade con la stessa miseria dell'animo di chi vi si avvicina con furbizia. Il Tango è immaginazione prima che visione, potenza prima che atto; senso prima ancora che comprensione. Ma soprattutto è cosmologia... tutto il resto... solo spicciola psicologia.