Mafia e affari
Palermo, volevano uccidere Di Matteo: colpito il patrimonio dell' ala stragista
Maxi sequestro tra Palermo e Udine dei finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria. Il provvedimento e' stato emesso dalla Sezione Misure di prevenzione del Tribunale palermitano, presieduta da Giacomo Montalbano, nei confronti di alcuni eredi di Giovanni e Domenico Graziano. Compreso il figlio di quest'ultimo, Camillo, coinvolto in numerose indagini, come "Apocalisse" e la vicenda dell'organizzazione dell'attentato nei confronti del Pm Nino Di Matteo. Secondo il collaboratore di giustizia Vito Galatolo, Camillo Graziano avrebbe curato i rapporti con l'ex collaboratore di giustizia Salvatore Cucuzza, anch'egli chiamato in causa nella vicenda. Colpita una fitta rete di interessi e affari. Il provvedimento riguarda 81 beni immobili, 4 societa', un autoveicolo e un'imbarcazione e colpisce Camillo, Massimiliano e Roberto Graziano, nipoti di Vincenzo, attualmente detenuto al regime del 41 bis. Le cosche Madonia e Galatolo, componenti dell'ala stragista di Cosa nostra, avrebbero favorito lo sviluppo imprenditoriale dei Graziano i quali, secondo i giudici, devono il loro intero patrimonio ai legami con l'organizzazione mafiosa.
La misura coinvolge in primo luogo Domenico Graziano, deceduto alla fine del 2013, del quale hanno parlato diversi collaboratori di giustizia, a partire da Gaspare Mutolo e Salvatore Cucuzza fino ai fratelli Giovanna e Vito Galatolo. Fra le principali vicende giudiziarie che lo avevano interessato, quella della lottizzazione della borgata marinara dell'Arenella per la quale, sotto l'egida dei Madonia furono regolati i rapporti fra Domenico e Camillo Graziano, i costruttori Rappa e Salvatore Cucuzza. Domenico Graziano si era da tempo traferito a Udine con l'intento di sottrarsi all'attenzione degli investigatori e qui aveva investito i patrimoni accumulati nel tempo. Esponenti della famiglia avrebbe peraltro imposto agli esercizi commerciali le slot machine di societa' contigue e, contestualmente, il pagamento del pizzo per ogni macchina collocata. Il sequestro giunge al termine del relativo procedimento di prevenzione, avviato dalla sezione specializzata della Procura di Palermo, diretta da Francesco Lo Voi e dall'aggiunto Petralia, a seguito delle indagini del nucleo speciale delle Fiamme gialle.