La segnalazione non può essere reato
Siracusa, Cafeo aveva le carte in regola per potere fare l'assessore regionale
Giovanni Cafeo, oggi indagato per la vicenda degli appalti degli asili di Siracusa, aveva le carte in regola per potere fare l'assessore regionale nel governo Crocetta. Sia per il secondo, che il terzo governo della Regione. L'uscita pubblica del governatore ad "orologeria" sul suo no a Cafeo due anni fa, appare tardiva ed anche un pretesto per dichiarare guerra alla corrente "renziana" in Sicilia. Ci sono inoltre anche delle inesattezze su quanto riferisce il presidente della Regione, ovvero che Cafeo sarebbe imparentato con l'ex sottosegretario della Dc, Gino Foti. Questo non risulta . Tra l'altro Cafeo alle regionali del 2012 era stato candidato nel Pd e fu preceduto per una manciata di voti da Bruno Marziano. Quindi un esponente dei Democratici che si era speso per il partito e per la conquista del seggio. Poi l'inchiesta sugli asili di Siracusa è recente e la Procura inviando un avviso di garanzia a Cafeo ed all'assessore Alfredo Foti, non ha emesso una sentenza di condanna. Le accuse che gli vengono contestate non solo debbono essere provate e poi eventualmente se il gip le riterrà fondate ci sarà un processo. Il governatore che in fatti di Antimafia se ne intende, ma anche di leggi, sa benissimo che fino a sentenza definitiva c'è sempre la presunzione di innocenza. Anche se Cafeo fu segnalato sia da Faraone e che da Garozzo per un posto di assessore, anche Confindustria segnalò a Crocetta una loro rappresentante, presa senza battere ciglio nel primo governo della "rivoluzione" Crocetta. Ed oggi alcuni vertici di Confindustria Sicilia in tema di avvisi di garanzia non stanno meglio dei due politici siracusani indagati.