Vincenzo Armanna sentito dai Pm
Complotto, ex manager dell'Eni vuota il sacco con i magistrati di Siracusa
Un manager di alto livello, ma spesso in contrasto con i suoi superiori. Tanto da collezionare incarichi di responsabilità ma anche licenziamenti in tronco. E' la valutazione, controversa, che ricorre quando si cercano informazioni su Vincenzo Armanna, ex manager Eni, ascoltato dalla Procura di Siracusa nell'inchiesta sul presunto complotto per far cadere l'ad del colosso energetico Claudio Descalzi e, contestualmente, danneggiare il premier Matteo Renzi. Nel suo curriculum ci sono soprattutto grandi aziende. È arrivato nel gruppo del cane a sei zampe nel 2006, dopo essere stato in Fiat e quindi in Ferrovie, con l'attuale amministratore di Leonardo-Finmeccanica Mauro Moretti. Il filo conduttore delle sue ultime due esperienze professionali è proprio il licenziamento. Nel libro inchiesta di Claudio Gatti, 'Fuori orario', viene descritta l'uscita improvvisa dal gruppo ferroviario: nel 2006, si sostiene, Armanna cercò di riportare ordine nelle procedure di appalto e forniture, chiedendo conto (si legge nelle mail raccolte da Gatti) di rapporti privilegiati tra aziende private e uffici tecnici di Trenitalia. E, a sette mesi dall'affidamento dell'incarico, fu licenziato in tronco. Sulla vicenda, per altro, c'è stata una controversia di fronte al Tribunale di Milano, che si è chiusa con il ritiro della querela, dopo che Gatti e l'editore di Chiare Lettere hanno confermano che le vicende narrate dal libro sono risalenti a un periodo antecedente alla gestione Moretti. Stessa sorte tocca ad Armanna in Eni. In questo caso il rapporto di lavoro è ancora più controverso. Tanto da finire nella cronaca giudiziaria. Armanna è tra gli indagati per corruzione internazionale in Nigeria e, in risposta alle accuse che ha rivolto, tra gli altri, proprio a Descalzi, l'Eni ha sempre risposto con molta nettezza: "Teniamo a sottolineare che Vincenzo Armanna fu licenziato da Eni per interessi personali e gravi violazioni del codice etico", sottolineava un portavoce di Eni, dopo una testimonianza raccolta da La Repubblica, ribadendo "l'estraneità dell'azienda da qualsiasi condotta illecita in relazione all'acquisizione del blocco opl 245 in Nigeria". Oggi, Armanna torna agli onori della cronaca per le rivelazioni che la Procura di Siracusa ha tutta l'intenzione di verificare fino in fondo.