Olimpiadi. Pallanuoto
Il Settebello si arrende alla fortissima Serbia per 10 a 8, addio sogni per l'oro
Addio sogni d'oro: il Settebello si arrende alla Serbia e vede sfumare la possibile finale bis alle Olimpiadi contro la Croazia, dopo quella giocata e persa 4 anni fa a Londra. Sarà dunque il derby dei Balcani ad assegnare l'oro nella pallanuoto maschile a Rio. Agli azzurri serviva un'impresa contro i fortissimi campioni del mondo, una squadra che negli ultimi tre anni ha vinto tutto quello che c'era da vincere e che aveva già sconfitto gli storici rivali azzurri l'anno scorso, sempre in semifinale, ai Mondiali di Kazan. Ma la nazionale guidata da Dejan Savic domina anche stavolta, manda in archivio l'incontro col punteggio di 10-8 e continua la marcia verso l'unica medaglia che ancora le manca per completare il suo ciclo di successi. L'inizio da incubo dell'anno scorso a Kazan si materializza di nuovo qui a Rio: 4-0 ai Mondiali, addirittura 6-0 per i serbi qui a Rio. Proprio quello che Sandro Campagna avrebbe voluto evitare: "Mi è dispiaciuto l'approccio timoroso e poco spregiudicato", è il principale rammarico del ct. La squadra di Savic la mette subito sul piano fisico, sblocca l'incontro con Prlainovic e poi trova un micidiale uno-due firmato da Nikic e Dusko Pijetlovic, con la difesa azzurra in bambola. Il Settebello non sfrutta nemmeno una doppia superiorità e alla fine del primo quarto è già sotto 3-0. Il passivo raddoppia nel secondo, Campagna sostituisce fra i pali capitan Tempesti con Del Lungo ("Stefano non aveva grandi colpe, ma ho voluto dare un'ulteriore scossa alla squadra", spiega il ct) e si sbraccia chiedendo una reazione. Una piccola scossa arriva da Gallo e Velotto, che riescono a scardinare il fortino serbo, ma il 6-2 di fine secondo quarto è quasi una sentenza. Nikic riporta la Serbia sul +5 nel terzo quarto e il finale d'orgoglio degli azzurri, trascinati da una doppietta di Presciutti, non basta per rimettere in discussione il risultato. "Il fatto di avere recuperato mi fa rimanere ancora di più con l'amaro in bocca, preferivo perdere 10-3 perché avrebbe significato che loro erano più forti -dice ancora il ct azzurro-. Ma questa è una squadra giovane e abbiamo pagato lo scotto della nostra inesperienza". All'Italia resta ancora una partita da giocare a Rio, quella per il bronzo contro il Montenegro già sconfitto nella fase a gironi, ma dovrà aspettare almeno altri quattro anni per provare a coronare di nuovo quel sogno olimpico realizzato a Barcellona 24 anni fa. "C'è delusione, ma anche la consapevolezza che abbiamo intrapreso un percorso molto bello", sottolinea Campagna, che quell'oro di 24 anni fa se lo mise al collo da giocatore. "Ora -conclude- dobbiamo recuperare le energie nervose per la partita di sabato. Abbiamo un bronzo da giocarci e con 7 esordienti non sarebbe male".