Automobilismo
Salita degli Iblei, il catanese Cubeda vince rispettando i pronostici
“Andiamo a comandare”. Il riferimento al “tormentone” dell’estate di tale Fabio Rovazzi non è puramente casuale, se riferito a Domenico Cubeda. Il forte pilota catanese, al volante della Osella PA2000 Evo Honda curata nella “factory” della Paco74 Corse e della Lrm Motors ha dominato come previsto la 59a Salita dei Monti Iblei, ottava prova stagionale per il Tivm Sud 2016, il Trofeo italiano velocità montagna, ma anche sfida valida per il Campionato siciliano Velocità in salita Aci Sport 2016 (prima tappa in calendario) e per lo Challenge AssoMinicar Salita (ottava prova in questa stagione), nonché per il Regionale in Salita Autostoriche Aci Sport 2016, grazie alla 59a Coppa Monti Iblei Autostoriche.
Ma non solo. Il portacolori della Cubeda Corse, al culmine di una prestazione globale da incorniciare, ha calato il “tris”, stabilendo il nuovo duplice record nella “classica” ragusana, in Gara 2 (fermando perciò i cronometri su un inarrivabile 2’29”30) e nella somma dei tempi tra le due salite ufficiali, abbattendo in questo caso il muro dei cinque minuti, in 4’59”97. Il primato della Monti Iblei in Gara 2 resisteva da un solo anno ed a firmare 365 giorni addietro il nuovo limite era stato lo stesso Domenico Cubeda, già vincitore a Chiaramonte Gulfi nel 2014 e nel 2015.
Masticano “amaro” Vincenzo e Francesco Conticelli, padre e figlio, secondo e terzo classificati rispettivamente a 9”69 ed 11” netti dal vincitore. I due eccellenti piloti marsalesi sono stati penalizzati in entrambe le sfide con il cronometro da una serie infinita di noie tecniche patite dalle loro vetture. Vincenzo Conticelli, in particolare, ha dovuto fare i conti con una mescola di pneumatici rivelatasi non ottimale sulla sua prestante Osella PA30 Zytek,
mentre Francesco Conticelli, oltre a soffrire dei medesimi inconvenienti già accusati dal padre agli pneumatici montati sulla sua Osella PA2000 evo Honda, è stato costretto più volte ad alzare il piede dal’acceleratore per via di un assetto troppo “ballerino”.
Al quarto posto assoluto, pertanto a ridosso delle posizioni che contano, ha concluso il funambolico trapanese (nativo di Buseto Palizzolo) Giuseppe Castiglione, il quale, in Gara 2, è riuscito a piazzare la zampata vincente al volante della sua Tatuus F. Master Honda con i colori Armanno Corse, ‘strappando’ in extremis la posizione, per soli 36 centesimi di secondo, al più giovane e primo della famiglia Cassibba al traguardo, Samuele, a sua volta in quarta posizione al culmine di Gara 1. Castiglione si è anche aggiudicato il gruppo E2SS (Prototipi monoposto), mentre Samuele, su Tatuus F. Master Honda, ha avuto la soddisfazione di precedere papà Gianni Cassibba, 6° assoluto con una Clw Wolf GB08 Mugen parsa in ripresa.
Spettacolo a mai finire nella 59a Coppa Monti Iblei per Autostoriche, dove il riscontro migliore (in questo caso non viene premiato un vincitore assoluto, come da regolamento) è stato quello del messinese, ma palermitano d’adozione, Manlio Munafò, alla guida di una Lucchini SN89 Alfa Romeo schierata dalla scuderia Aspas Palermo, in 6’20”47. Alle sue spalle, in questa ipotetica classifica assoluta, è finito il sempre più veloce comisano Franco Corallo, con la bellissima Alfa Romeo GTA della Catania Corse, staccato di 13”27 dalla vetta, quindi il messinese Salvatore Caristi, sempre “al top” con la Fiat 128 Giannini dei Piloti per passione, in questo caso giunto a 14”27 dal leader. Antonio Piazza, su Bmw 2002 della scuderia Armanno Corse, è invece il vincitore nel Primo gruppo tra le Storiche, imitato dal forte trapanese (di Custonaci) Alberto Santoro, primo nel Secondo gruppo con la Alfa Romeo GTAM anch’essa Armanno Corse. Il Terzo ed il Quarto gruppo hanno invece salutato le affermazioni dei già citati Corallo e Munafò. Particolarmente sfortunato il favorito della vigilia ed autore del miglior tempo nelle prove ufficiali, il preparatore palermitano (residente a Marineo) Ciro Barbaccia, costretto ad alzare la cosiddetta bandiera bianca dopo Gara 1, a causa di noie meccaniche patite dalla sua ammiratissima Osella Stenger ES861 a motore Bmw.
La classifica: 1) Domenico Cubeda (Osella PA2000 Evo Honda), in 4’59”97 2) Vincenzo Conticelli (su Osella PA30 Zytek), in 5’09”66 3) Francesco Conticelli (Osella PA2000 Evo Honda), in 5’10”97 4) Giuseppe Castiglione (con la Tatuus F. Master Honda), in 5’13”50, 5) Samuele Cassibba (idem), in 5’13”86,6) Gianni Cassibba (Clw Wolf GB08 Mugen), in 5’20”14, 7) Luca Caruso (Radical Prosport Suzuki), in 5’21”57 8) Francesco Ferragina (Elia Avio ST09 Evo Suzuki), in 5’28”87, 9) Giovanni Nicastro (Tatuus F. Master Honda), in 5’29”68 10) Orazio Marinelli (Breda Racing Bmw), in 5’30”44, 11) Mark Micallef (Radical ClubSport Suzuki Turbo), in 5’32”55 12) Emanuele Schillace (Radical SR4 Suzuki), in 5’33”02, 13) Orazio Maccarrone (Gloria C7P Suzuki), in 5’38”40 14) Antonio Lo Certo (su Ligier JS49 Honda), in 5’39”11, 15) Dario Gentile (Gisa Sport Bmw), in 5’45”96 16) Matteo D’Urso (Radical SR4 Suzuki), in 5’46”58 17) Agostino Bonforte (Gloria C8P Suzuki), in 5’46”71 18) Giuseppe Buscaino (Osella PA20S Bmw), in 5’48”32, 19) Rino Giancani (Elia Avrio ST09 Suzuki), in 5’48”94 20) Eugenio Scalercio (Osella PA21S), in 5’55”16