Processo Stato - mafia
Palermo, depone l'ex segretaria di Palazzo Chigi: "Falcone mi disse: mi avete consegnato a Cosa Nostra"
"Non avevo mai visto Giovanni Falcone così deluso e colpito come quando non fu approvata dal Csm la sua nomina a capo dell'ufficio istruzione. Mi disse: 'Avete capito che mi avete consegnato alla mafia?' Era scosso, impaurito". Lo ha detto l'avvocato Fernanda Contri, ex segretaria generale di Palazzo Chigi e amica di Giovanni Falcone, deponendo al processo sulla trattativa Stato-mafia. Nel 1988 - quando avvenne la bocciatura di Falcone - Contri faceva parte del Consiglio superiore della magistratura e si battè per la sua nomina. "In quei giorni - ha proseguito - Falcone disse quella frase che poi diventò famosa: 'Quando uno Stato lascia solo un suo servitore diventa un facile obiettivo'. Di sicuro è stato un periodo difficilissimo, la tensione era palpabile".
"Dopo il fallito attentato all'Addaura a Giovanni Falcone fu messa in giro la voce che se l'era fatto da solo. Io andai a trovarlo, a casa sua si respirava - come è ovvio - un'atmosfera pesantissima". Lo ha raccontato l'ex consigliere del Csm ed ex sottosegretario generale di Palazzo Chigi Fernanda Contri deponendo al processo Stato-mafia. Contri ha ricordato che in occasione della sua visita nella villa dell'Addaura a Falcone suonava continuamente il telefono. "La moglie di Falcone si alzava continuamente per rispondere - ha spiegato - ma dall'altra parte nessuno parlava. Lei era molto scossa". La teste ha sostenuto di non avere mai ricevuto da Falcone confidenze sulle "menti raffinatissime" che c'erano dietro all'attentato e di cui lui stesso parlò nel corso di un'audizione davanti al Csm.