La mafia lo uccise nel '90
Celebrazioni in provincia di Agrigento per l'anniversario del giudice Livatino
Ricorre oggi l'anniversario dell' uccisione del giudice Livatino. Oggi la Commissione parlamentare Antimafia farà una sessione di lavoro dedicata alla figura del magistrato ucciso nel 1990 e incontrerà il testimone oculare dell'omicidio, grazie al quale si è potuta fare giustizia. "Per questo i cittadini che denunciano sono un tesoro repubblicano, per questo addolora che vengano ancora trattati malamente, confusi con i collaboratori, come è successo qualche giorno fa al presidente dell'Associazione nazionale testimoni di giustizia, Ignazio Cutrò. Per questo la Proposta di legge 3500 che riforma il sistema tutorio dedicando una normativa specifica ai testimoni, è così importante", scrive su Fb il deputato Pd Davide Mattiello, che in Antimafia coordina il gruppo di lavoro sui testimoni di giustizia, i collaboratori e le vittime di mafia. "Ricordiamo Livatino per il fortissimo senso del dovere e della legalità che lo ha contraddistinto nel lavoro e nella vita privata, per il suo esempio di coraggio, rigore, indipendenza e impegno, che lo rende simbolo di una Sicilia che non si rassegna", ha detto il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto. Classe 1952, originario di Canicattì, uomo mite e religioso, magistrato appassionato, negli anni Ottanta, come giudice del tribunale di Agrigento, Livatino mise in ginocchio la "stidda", applicando i metodi investigativi di Giovanni Falcone. A Rosario Livatino, assassinato a 38 anni il 21 settembre 1990 dalla criminalità organizzata, Rai Cultura dedica la puntata di "Diario Civile" dal titolo "Il ragazzo con la toga", in onda stasera alle 22.10