I funerali dell'ex presidente della Regione
Modica, la figlia di Peppe Drago, Giuliana: "Mio padre ha pure sbagliato, ma ha fatto del bene"
Le cinque navate del Duomo di San Giorgio di Modica non sono riuscite a contenere le oltre mille persone che hanno voluto dare l'addio all'ex presidente della Regione, Peppe Drago, stroncato da un male incurabile mercoledì scorso all'ospedale "Maggiore" di Modica. C'erano vecchi e nuovi politici, gli amici e gli avversari di mille battaglie, chi lo aveva temuto e chi lo aveva sostenuto. Ma c'era, soprattutto, tanta gente "normale", i suoi concittadini che ne avevano apprezzato le doti di grande uomo politico, caparbio e innovatore, tenace nel portare avanti i suoi progetti: un politico di vecchia razza, di quelli che si formavano nelle segreterie dei partiti e che acquistavano esperienza attraverso un percorso che forgiava il vero politico. Peppe Drago era stato sindaco, assessore regionale, presidente della Regione, deputato nazionale, due volte sottosegretario di Stato, alla Difesa e agli Esteri. Vertici mai raggiunti da altri negli ultimi trent'anni. Un percorso politico fatto di successi ma, anche, di errori che sono stati spesso cinicamente sfruttati dai suoi avversari. Tra le tante corone di fiori, anche quella del presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. Nelle prime file del Duomo, i familiari ed i parenti di Drago, poi gli amici arrivati anche da lontano, come l'ex ministro alla Pubblica istruzione, Francesco D'Onofrio. E poi ancora tanti ex parlamentari come Innocenzo Leontini, Titti Bufardeci, Fabio Granata, e l'attuale deputato dell'Udc, Orazio Ragusa; gli ex presidenti della Provincia di Ragusa, Franco Antoci e Concetta Vindigni; il vicesindaco di Modica, Lorefice, e l'assessore alla Pubblica Istruzione, Di Giacomo, in rappresentanza del Comune di Modica. Ma tra la folla c'erano altri colleghi di Peppe Drago. Molti non hanno trovato posto in chiesa dove, ai piedi dell'altare, circondata da un vero e proprio prato di fiori, la bara coperta da un mazzo di rose rosse. Ai lati del feretro, il picchetto d'onore con due agenti della Polizia locale di Modica in alta uniforme. Accanto, anche i commessi della Presidenza della Regione. Prima dell'inizio della cerimonia funebre è stato intonato il silenzio fuori ordinanza. Particolarmente toccante l'omelia di frate Enzo La Porta, padre spirituale di Peppe Drago. "Ho imparato a conoscere un Peppe inedito, un uomo che ha imparato a commuoversi e ad asciugarsi le lacrime, ha detto, tra l'altro. In questi due anni difficili, caratterizzati dalla malattia, ci siamo sentiti e visti spesso. Ho ancora di più apprezzato la forza e la "voglia di fede" di Peppe. Le sue lacrime gli hanno permesso di vedere meglio e più lontano. Ha compiuto un cammino straordinario sulla via di Dio perchè su questa strada si impara ad andare oltre, fino a volare".
Parole commoventi anche quella di Giuliana, la primogenita. "Papà ci ha detto sempre che nulla ci è dovuto e che tutto va conquistato. Ha avuto una vita piena, ha fatto tanto. Ha anche sbagliato, come tutti, ma ha fatto del bene. Oggi vorrebbe ringraziarvi tutti, e io vi ringrazio a nome mio e dei miei fratelli". Al termine della santa messa, il feretro è stato portato davanti alla cappella di San Giorgio e alzato al cielo. Poi, il viaggio verso il cimitero: oltre 50 persone si sono alternate per portare a spalla la bara per coprire il chilometro di distanza dal Duomo al piazzale Falcone-Borsellino prima di affidare il feretro al carro funebre.