Parla il nipote di Giuseppe Scarso
Siracusa, muro di omertà protegge chi ha dato fuoco a don Pippo
Don Pippo continua a lottare tra la vita e la morte nel reparto di Rianimazione del Cannizzaro di Catania. A dieci giorni dal tentato omicidio di Giuseppe Scarso, avvenuto nel quartiere di Grottasanta, non ci sono colpi di scena sulle indagini. Ci sono soltanto ipotesi e sospetti, ma nulla di concreto. Eppure sono passati 10 giorni da quel terribile agguato a colpi di benzina e fuoco portato a termine da essere spregevoli al Ronco II di via Servi di Maria, che si sono accaniti contro un anziano, tra l'altro ammalato. La presidente della Circoscrizione Grottasanta, Pamela la Mesa, accusa lo Stato: " ma dov'è? Giuseppe Scarso aveva presentato tre denunce ai carabinieri, ma l'hanno lasciato solo", dice l'esponente del Partito democratico. Adesso parla uno dei nipoti della vittima, Salvo Scarso. "La lenta agonia di mio zio continua inesorabile, un volto distrutto, una testa fasciata. Un'altra vittima della violenza umana. Viveva in modo diverso da tanti altri, in modo diverso anche da noi, nelle sue quotidiane passeggiate in bicicletta alla ricerca del suo mondo fatto di semplicita', di poche parole e pochi contatti...". E' lo sfogo di Salvo Scarso, nipote di Giuseppe, l'ottantenne aggredito e arso vivo dal branco a Siracusa. Le sue condizioni restano gravi. La polizia sta stringendo il cerchio sui tre giovani che sarebbero coinvolti, uno dei quali avrebbe già un nome sulla base di un filmato registrato dalle telecamere di videosorveglianza della zona. "Aveva scelto di vivere da solo - aggiunge - nonostante la sua eterna sofferenza legata a problemi di salute che lo affliggono da quand'era ragazzo. Tutta la famiglia ha sempre seguito e sofferto, dopo la scomparsa dei miei nonni, le sorti dello zio Giuseppe, mai abbandonato, ma sostenendolo e accudendolo, difeso per quanto possibile, dai continui e assurdi attacchi dei balordi di turno che trovano divertente, come se fosse una partita a videogame, attaccare un povero essere umano indifeso, per dare sfogo a tutta la loro stupidità". Poi l'atto d'accusa contro "il silenzio omertoso di chi sa e tace". La questura ha lanciato un appello alla collaborazione, a quanto pare caduto nel vuoto. "Ci guardiamo attorno - conclude il nipote di Giuseppe Scarso - e, francamente, non riusciamo a capire perchè non si ha il coraggio di gridare contro la violenza, contro qualunque violenza".
(NELLA FOTO IL GEOMETRA SALVO SCARSO INSIEME ALLO ZIO PIPPO, QUEST'ULTIMO VITTIMA DI BALORDI DEL QUARTIERE)