Riceviamo e pubblichiamo
Ragusa, lettera aperta dell'avvocato Scarso ai colleghi: la giustizia e il diritto alla sicurezza
L'Ordinamento Giuridico è il fondamento dello Stato di diritto.
La Giustizia, fondata sull'atto giurisdizionale, consolida giorno dopo giorno il fondamento dello Stato. Non a caso la crisi dello Stato trova la sua prima ragione nella crisi del sistema giurisdizionale.
Pertanto, la Giustizia assume un valore assoluto in una società costituita a Stato di diritto.
Questo preludio apre la porta a considerare che la funzione giurisdizionale, a cui è legata indissolubilmente la funzione forense, debba essere esercitata in maniera dignitosa in termini di certezza istituzionale e di sicurezza. Il problema della organizzazione operativa e in particolare quello delle strutture giudiziarie, quindi, si pongono quali momenti essenziali perché a tutti gli operatori vengano assicurati ambienti di lavoro funzionali, efficienti e soprattutto sicuri.
Come è risaputo, le ultime vicende sismiche hanno rilanciato l'iniziativa dell'utilizzazione della struttura giudiziaria di Modica, dismessa da poco tempo dalla funzione, perché è moderna, antisismica e dunque sicura.
L'iniziativa avrebbe la conseguenza della chiusura della struttura giudiziaria di Ragusa, esposta oramai a gravissimi pericoli di ogni genere, da quello di incendio perché non dotata della essenziale scala di emergenza, a quello sismico perché insistente su un territorio ad altissimo rischio (l'iblea è la punta terminale della faglia che oggi sta sconquassando l'impreparato territorio nazionale). Tale conseguenza, da ultimo, è dettata dai tempi dell'emergenza e dall'urgenza di prevenzione legata agli immanenti e recentissimi pericoli sismici.
Epperò l'iniziativa, avanzata alla luce del sole, non raccoglie l'adesione di parte degli avvocati ed anzi trova sottotraccia contestazione e tenebrosa resistenza. Eppure, per via di pericolosissime circostanze è necessaria.
Colleghi e giovani Praticanti,
è forse una iniziativa dettata da una pretesa illegale o utopistica?
È forse una iniziativa per fare valere un diritto alla sicurezza particolare o generale?
E' forse una iniziativa avanzata nell'interesse di un gruppo di noi o di tutti noi avvocati ?'
E' forse una iniziativa per continuare ad esercitare la funzione forense in maniera confusa, disordinata, insalubre e infida di pericoli, come oggi accade, o per esercitarla in modo dignitoso, salubre e scevro da pericoli?
Ed invero, non è forse una iniziativa che si pone a tutela della incolumità fisica e della vita stessa di tutti gli Avvocati ed anche dei magistrati, dei funzionari, degli impiegati e degli utenti di giustizia quotidiani del Tribunale di Ragusa?
Se tutto ciò è infondato o irragionevole o pretestuoso, non proseguite più oltre nella lettura e cestinate pure questa lettera. Ma se così non è, allora, è dovere di noi tutti e di ciascuno di noi trovare la quadratura del cerchio.
La proposta, oltre che ineludibile perché obiettiva e non ispirata a interessi di parte o peggio ancora occulti, è quella di trasferire la sede del Tribunale di Ragusa nella struttura giudiziaria di Modica. Questa sede idonea, è bene precisare e sottolineare, trovasi a Modica per una strana e casuale successione di eventi, non essendo stata costruita quale alternativa alla sede di Ragusa; ma essa si pone quale fortunata coincidenza per tutto il territorio ibleo, atteso che altre sedi giudiziarie del territorio nazionale per fare fronte al pericolo sismico non possono godere di una medesima reale soluzione.
A prima vista tale proposta sembra provocatoria e pretestuosa per i recenti e meno recenti eventi causati dalla riforma legislativa, ma così non è, se si considera che:
1. essa risponde alla impellente necessità di un urgente trasferimento della sede giudiziaria per immanenti motivi di sicurezza e di prevenzione antisismica;
2. essa risponde alla impellente necessità del risparmio della spesa pubblica nazionale dovuta alla crisi economica, che sta provocando tanti disagi soprattutto per le fasce sociali più deboli, ai quali non va sottratto l'aiuto della benché minima risorsa finanziaria;
3. essa è una risposta di prevenzione valida, immediata e pronta.
Cari Colleghi Avvocati e giovani Praticanti,
ricordo che la nostra eletta Professione è fondata su non comuni basi culturali e su elevate doti intellettuali, che fanno la differenza non solo di onori ma anche di responsabilità con le altre Professioni e Mestieri. Il nostro comportamento, quindi, deve tenere in massimo conto tali fondamenta ed è nostro dovere bandire, nell'esercizio della funzione forense oltre che nel contesto reale e concreto in cui lavoriamo, particolarismi e settarismi, adeguandoci alle ragioni delle obiettive esigenze sociali. Pertanto, non possiamo e non dobbiamo dare ingresso, nelle nostre valutazioni e nelle nostre iniziative, ad altri argomenti che non siano connotati da razionale obiettività, tenendo in debito conto l'interesse generale della società in cui operiamo..
Cari Colleghi e giovani Praticanti,
questa lettera vuole aprire un confronto costruttivo, critico ma sereno, sul tema urgente della sicurezza e della prevenzione da pericoli della nostra sede di lavoro, che oggi, anche in questo estremo lembo del territorio nazionale, si pone come prima e ineludibile emergenza.