operazione "Baly"
Il chiosco centrale di spaccio a Catania, scattano 16 arresti
Su richiesta della Procura della Repubblica di Catania, alle prime ore del mattino circa 100 militari del Comando Provinciale di Catania, supportati dai reparti specializzati (Compagnia di Intervento Operativo del XII Battaglione “Sicilia”, Nuclei Cinofili ed Elicotteri), hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catania, nei confronti di 15 soggetti indagati per i reati di associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti e per i reati di spaccio.
I destinatari dei provvedimenti cautelari sono Fabio Spampinato, 33 anni, Gianluca Spampinato, 35 anni, Roberto Vitale, 42 anni, Pierpaolo Salvatore Monterosso, 39 anni, Salvatore Tomarchio, 39 anni, Alessandro Papa, 30 anni, Domenico Tosto, 48 anni, Gaetano Trombino, 39 anni, Dino Greco, 29 anni, Rosa Pace, 48 anni, Rosario Cammaroto, 41 anni, Roberto Cosentino, 42 anni, Roberto Cerami, 43 anni, Daniele Buttafuoco, 28 anni e Mario Pace, 57 anni.
L’attività di indagine, condotta dalla Compagnia Carabinieri di Gravina di Catania dal 2011 al 2013 e coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania, trae origine dalle intercettazioni di soggetti che facevano riferimento ad una florida attività di spaccio di stupefacenti che aveva come snodo delle cessioni il chiosco denominato “Baly” di Gravina di Catania.
Le operazioni effettuate mediante attività tecniche e dinamiche consentivano di definire la struttura, le posizioni di vertice e i ruoli dei membri nell’ambito di un gruppo malavitoso ben organizzato, ricostruirne le dinamiche ed il sistema con cui il gruppo operava e gestiva la sua “piazza di spaccio”, permettendo di individuare e definire le modalità di cessione della sostanza stupefacente. I sodali pianificavano furti e rapine finalizzati a finanziare l’acquisto di grosse partite di stupefacente, in parte già finanziate dai proventi dello spaccio al minuto.
I promotori ed organizzatori del sodalizio criminale, per aumentare il raggio d’azione ed i profitti, aprivano un autonomo canale di approvvigionamento con l’Olanda, con il determinante contributo di un detenuto presso il carcere di Padova, condannato all’ergastolo, che per il tramite di sua sorella e di un altro detenuto di quel carcere, con il quale comunicava tramite “pizzini”, faceva arrivare le direttive alla compagine catanese.
L’esecuzione dell’ordinanza ha comportato un intervento massivo sull’ area di Gravina di Catania e zone limitrofe, Comuni in cui la criminalità organizzata trae un cospicuo sostentamento economico dall’attività legata allo spaccio di stupefacenti.