al Santuario della Madonna delle Lacrime
Siracusa, oggi l’ordinazione episcopale di monsignor Giovanni Accolla
Si svolgerà alle 16.30 nella basilica del Santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa l’ordinazione episcopale di Monsignor Giovanni Accolla, arcivescovo eletto di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela. La cerimonia sarà officiata dall’arcivescovo di Siracusa, Monsignor Salvatore Pappalardo. Giovanni Accolla, parroco della chiesa di S. Giacomo Apostolo di Siracusa, ha ricevuto la nomina da Papa Francesco il 20 ottobre scorso; è stato direttore dell’Ufficio regionale edilizia di culto, membro dell’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e presidente della Fondazione Sant’Angela Merici. “Gareggiate nello stimarvi a vicenda. Si costruisce con la gioia della Comunione e con l’espressione forte di una solidarietà reciproca”. Ortigiano, parroco della piccola chiesa di San Giacomo dei Miracoli dal 2001, padre Giovanni Accolla è stato designato arcivescovo di Messina Lipari-Santa Lucia del Mela da papa Francesco. La sua nomina rientra nella linea seguita da papa Francesco di collocare alle più alte cariche i parroci, come nel caso di monsignor Corrado Lorefice, parroco della chiesa di San Pietro a Modica e ora arcivescovo di Palermo “Questo è quello che dice la gente a riguardo, ma non abbiamo mai parlato col Papa in proposito e non sappiamo se questa sia la sua vera linea o ci siano altre finalità. Tante volte si pensa alla Chiesa come se fosse un’azienda che deve provvedere a trovare il manager migliore, ma la Chiesa non ha bisogno di imprenditori o amministratori delegati, la Chiesa ha bisogno sostanzialmente di vivere in pienezza quello che è il mistero di Cristo attraverso la sua dimensione sacramentale e l’Episcopato è l’espressione del sacramento dell’Ordine, quindi è sostanzialmente una celebrazione del mistero pasquale incarnato nella quotidianità di un servizio. È l’espressione di una consacrazione e di una risposta al Signore che chiama. Se perdiamo questo abbiamo una visione secolarizzata della vita della Chiesa e non di una Chiesa che attraverso i sacramenti annuncia Cristo morto e risorto. Se viene meno la dimensione sacramentale abbiamo perso il senso e il valore anche delle scelte che il Sommo Pontefice fa nel provvedere a una comunità locale”.
Qual è la sua idea di azione pastorale a Messina dove ci sono state diverse fratture per decisioni non condivise del suo predecessore?
“Le fratture e le polemiche fanno parte della storia, anche se suppongo che un fondamento reale ci sia. Tuttavia spesso nel riportare le notizie, c’è una fase di interpretazione di chi traduce il pensiero di un altro o una realtà non sempre in maniera oggettiva ma addirittura marcando le cose che si vogliono mettere in risalto. Io posso dire che non ho né prove documentali né mi sono documentato su quella che è la situazione effettiva e reale dello stato della Diocesi. In ogni caso l’animo con cui mi pongo a servizio di questa comunità ecclesiale è l’essere fedele al Vangelo, di essere un pastore che possa sottolineare il valore della comunione fraterna e della disponibilità al servizio. Non si costruisce sulla polemica o sulle contestazioni: questo serve a demolire piuttosto che a costruire.”
I fedeli a Messina hanno spesso lamentato una scarsa attenzione per le piccole realtà parrocchiali. Come intende porre rimedio a questa situazione, ove ne riscontrasse la veridicità?
"Credo che più che le parrocchie bisogni ascoltare le persone, dietro ogni realtà ci stanno le persone, pastori, sacerdoti e popolo di Dio. Un vescovo ha il dovere dell’ascolto, come ha il dovere dell’annuncio. L’ascolto significa compenetrarsi con passione in quello che è la vita degli altri e un sacerdote deve passare necessariamente dall’esperienza della condivisione: io spero che il Signore mi dia questa capacità di ascolto, iniziando percorsi nuovi di speranza, e la forza di saper leggere le necessità e le domande delle persone, la capacità di giudizio nel saper suggerire, la forza necessaria per saper lottare per i loro problemi. E questo non è facile”.
Un pensiero per i suoi parrocchiani che sta per lasciare…
"Di simpatia. La Chiesa ha una divisione territoriale ma questa è soltanto di natura logistica, la Chiesa è in realtà una. Il nostro papa continuamente sottolinea il valore ecumenico della fede, ovunque c’è la comunione dei fedeli. La Chiesa è luogo di comunione e la mia preghiera vale per l’indiano, per il piccolo cinese, per l’eschimese, insieme, anche se lontani facciamo comunione perché amiamo e siamo amati dallo stesso Dio, che è padre per tutti”.