Cinema
"Fuocammare" nella shortlist degli Academy Awards, Rosi: basta barriere da Lampedusa al Messico
"C'è negli Usa ormai una reale identificazione tra la frontiera del deserto messicano e il Mediterraneo che attraversano i nostri migranti per approdare a Lampedusa. Vedono ormai Fuocoammare in modo universale. E questo anche grazie a Trump che ha creato un timore a livello politico e minaccia di erigere muri". Così ieri notte, a caldo, Gianfranco Rosi parla a Wroclaw (Polonia) del suo film che ha appena conquistato il premio come miglior documentario alla 29/a edizione degli EFA (European Film Awards). E ancora il regista, che con questo documentario ha già vinto l'Orso d'oro a Berlino ed è appena entrato nella shortlist degli Academy Awards, sottolinea di avere "pochissima speranza nel futuro. In Europa la destra cresce e c'è un'assenza totale di politica verso il problema dei migranti. L'unica politica è quella di erigere barriere". Reduce da un viaggio negli Stati Uniti per promuovere la corsa agli Oscar del suo Fuocoammare, Rosi racconta di aver "incontrato tanta gente in America e la cosa più commovente è quando ci sono persone che, uscite dalla proiezione, ti chiedono: 'e io che posso fare per aiutare perché questo non accada più?'". La corsa per gli Oscar non sarà facile per Fuocoammare, nonostante l'identificazione con la frontiera messicana: "Ci sono quest'anno molti bei film in corsa. Penso a titoli come 'O.J: Made in America' e 'Cameraperson'". Mentre Rosi glissa, con diplomazia, sulla polemica sollevata da Paolo Sorrentino che aveva contestato la designazione italiana di Fuocoammare agli Oscar: "Sorrentino magari ha ragione. Ancora non sappiamo cosa succederà, bisogna vedere se Fuocoammare entra nella shortlist ristretta (per ora è solo in una preselezione che comprende 15 lavori, ndr)". Nel futuro di Gianfranco Rosi ancora un documentario: "Ho già un'idea, ma non la dico, altrimenti rovino tutto. Quello che è sicuro è che non girerò in Italia". Dedica di questa ennesima vittoria? "Sicuramente a Lampedusa e alla sua gente che mi manca molto". L'incontro con Rosi si chiude con una sua telefonata notturna a Pietro Bartolo, il gentile medico di Lampedusa che ha salvato e accolto tanti migranti: "Pietrino è andata bene - dice il regista -: abbiamo vinto".