Catania, arrestato un boss che si fingeva invalido: nei guai una decina di medici
Medici, pubblici e privati, avrebbero favorito il boss Maurizio Galletta, arrestato dalla Dia di Catania, con certificati medici che, secondo l'accusa, attestavano un quadro clinico più grave dell'indagato, per li avrebbe utilizzati per attenuare provvedimenti cautelari emessi nei suoi confronti. E' quanto emerge dalle indagini della Direzione investigativa antimafia Catania, diretta da Renato Panvino, che, su disposizione della Dda etnea, sta eseguendo un'acquisizione di documenti nel Policlinico universitario di Catania. Gli indagati sarebbero poco meno di una decina e sono tutti medici che lavorano nel settore pubblico e privato. La notizia è stata confermata dal procuratore Carmelo Zuccaro.
In questo modo, sostiene la Procura di Catania, Galletta avrebbe avuto la possibilità, pur essendo in regime di detenzione domiciliare, di gestire affari illeciti ostentando 'coram populo' il proprio carisma mafioso per le vie del centro cittadino. Grazie alla patologia simulata Galletta ha ricevuto dall'Inps una pensione civile e una indennità di accompagnamento. Le indagini preliminari proseguono per accertare eventuali corresponsabilità di medici e specialisti, con incarichi dirigenziali nella sanità pubblica, che nel tempo hanno sottoposto Galletta a visite e/o perizie e per questo motivo sono state eseguite perquisizioni in studi e uffici di medici. Durante le indagini sono anche emersi elementi a carico di suo cognato, Rosario Testa - marito della sorella Graziella, attualmente detenuto nel carcere Ucciardone di Palermo per concernenti violazioni in materia di stupefacenti - per il tentato omicidio, il 3 maggio del 2015, del fratello Angelo e del nipote Francesco per rancori familiari e debiti non onorati. Per Testa, attualmente detenuto, è stata disposta la custodia cautelare in carcere per detenzione e porto di arma da fuoco. Una terza persona, un romeno, M. D. A., indagato per favoreggiamento personale nei confronti di Galletta, è stata posta ai domiciliari per porto illegale di arma da fuoco e spari in luogo pubblico. Secondo gli investigatori avrebbe da Galletta avuto il compito di avvertirlo in caso di accesso di forze di polizia nel Villaggio Delfino. In un'occasione il romeno, Galletta ed altre due persone non ancora identificate avrebbero esploso alcuni colpi di pistola per far allontanare alcune persone che si erano introdotte in un appartamento. Nella stessa inchiesta risultano anche indagati, per intestazione fittizia di beni Antonino Luigi Ragusa e Carmelo Spampinato. Galletta avrebbe intestato un distributore di carburanti con annesso lavaggio e bar a San Giovanni la Punta e un altro distributore di carburanti di Aci Castello alla Rasp Di Ragusa Antonino Luigi & C. Sas, da loro costituita.
Invalido con problemi di deambulazione e respiratorie, ma a casa saliva su ponteggi e puliva il cortile. Per questo Maurizio Galletta, 41 anni, esponente di spicco del clan Santapaola-Ercolano, sebbene condannato per un omicidio e un duplice omicidio, era dal luglio del 2008 agli arresti domiciliari a Catania dopo che il Tribunale di sorveglianza di Bologna ha ritenuto le sue "condizioni fisiche non conciliabili con il regime carcerario". Ma per la Procura di Catania, che si è avvalsa delle indagini della Dia che lo ha arrestato e portato in carcere, Galletta avrebbe "accentuato le sue patologie con l'appoggio di alcuni medici compiacenti". Secondo l'accusa in questo modo il boss avrebbe avuto "la possibilità, seppure in regime di detenzione domiciliare, di gestire affari illeciti". E non solo. "Grazie alla patologia simulata - sostiene la Procura di Catania, diretta da Carmelo Zuccaro - riceve un trattamento previdenziale da parte dell'Inps, con una pensione civile e una indennità di accompagnamento". Agli atti dell'inchiesta numerose intercettazioni audio e video eseguite dalla Dia di Catania, diretta da Renato Panvino. Ascoltato, a sua insaputa, un cardiologo prevede che secondo lui "passeranno i guai quelli che hanno scritto che questo è paralizzato". Ma anche, aggiunge il medico, "il professore che ha scritto che ha una grave insufficienza respiratoria". "Perché - spiega il cardiologo nell'intercettazione - lui effettivamente ha una grave insufficienza respiratoria, ma cosi grave...". "Se decidono di fare gli esami in un ospedale militare - ipotizza - secondo me questa insufficienza respiratoria verrà a cadere". anche se il 'paziente' "ha imparato a respirare a modo suo, imita i broncospasmi". Le telecamere della Dia, inoltre, riprendono Galletta mentre pulisce delle palette davanti casa sua. E lo ascoltano mentre sembra armeggiare con degli attrezzi a casa e chiama: "Francesco, sono sopra il ponte, dov'è...", chiede. Anche per questo l'inchiesta è stata denominata 'Lazarus'.