Catania, sorpresi a spacciare droga: arrestati 2 presunti pusher
Lo scorso 17 gennaio, personale del Commissariato di Librino, durante una mirata attività di P.G. per la prevenzione e la repressione del traffico di sostanze stupefacenti e/o psicotrope nei pressi della nota “piazza di spaccio” in viale San Teodoro 7, gli operatori di P.G. notavano alcune persone organizzate con le ormai note specifiche mansioni di “vedette” da un lato, e pusher dall’altro, pronti ad esaudire la richiesta della clientela; quindi intervenivano per porre termine all’attività di spaccio, in quel momento palesemente attiva e funzionante. Sulla base di precedenti esperienze, i poliziotti avevano constatato che lo spacciatore, venendo avvisato dalle vedette della presenza della FF.OO., fuggiva all’interno del palazzo, nascondendosi in un non meglio identificato appartamento, sbarrando l’accesso agli operatori di Polizia mediante la chiusura con un catenaccio della porta d’ingresso del palazzo; per ovviare a questa situazione, i poliziotti, approfittando della disattenzione delle “vedette”, raggiungevano, dapprima, il palazzo in questione mediante l’autovettura di servizio, irrompendo nell’area di spaccio, ottenendo l’effetto desiderato, ovvero quello di fare entrare nel palazzo gli spacciatori, laddove si erano rifugiati richiudendosi il portone alle spalle, con tanto di chiavistello, ma stavolta si sono viste scattare le manette ai polsi da parte di altri poliziotti pronti ad attenderli.
Venivano così tratti in arresto, per il reato di spaccio di sostanza stupefacente in concorso, Agatino Maurizio Arena, 23 anni, trovato con ancora nelle mani un sacchetto in plastica contenente 73 stecche di marijuana, nonché la somma contante di oltre 250 euro, quale provento dell’attività fino a quel momento svolta, e Carlo Torrisi, 21 anni, quest’ultima persona notata in più occasioni a svolgere l’attività di vedetta, ovvero avvisare della presenza delle Forze dell’Ordine i “colleghi” mediante urla. Ancora una volta l’analisi tossicologica della sostanza stupefacente confermava un elevatissimo principio attivo, che ne stabiliva una tossicità superiore di oltre 5 volte alla singola dose media giornaliera.
Giudicati col rito direttissimo, Arena ha confessato le proprie responsabilità dichiarando di trarre da attività illecite i mezzi necessari al sostentamento suo e della sua famiglia e Torrisi ha precisato di versare in precarie condizioni economiche, circostanze che fanno comprendere come lo spaccio sia fonte di reddito per i due arrestati.
I due sono stati posti agli arresti domiciliari.