Una scuola senza digitalizzazione non è al passo con i tempi
Che una cospicua fetta della popolazione mondiale sia digitalizzata e abbia cambiato il proprio modo di comunicare e di relazionarsi è fuor di dubbio come è indubbio che la tecnologia con tutti i suoi pro e contro continuerà ad andare avanti a ritmi vertiginosi.
C’è da chiedersi semmai, che uso ne farà l’uomo per migliorare la sua umanità e il suo benessere psico-fisico. Non è su questo aspetto che voglio però soffermarmi: rinvio al saggio”Progresso e felicità” di E. Messina, E. Romeo editore.
Mi preme piuttosto riflettere se e in che misura la “digitalizzazione” debba essere presente nella scuola e quanto essa possa influire positivamente o meno nella comunicazione e nell’apprendimento.
Chiedere ad una Scuola, inserita in un contesto industrializzato e tecnologicamente avanzato, di rimanere ancorata solo ai vecchi strumenti sembra in effetti anacronistico.
Il modo di comunicare, negli ultimi anni è totalmente cambiato. Oggi se voglio raggiungere un amico non devo più preoccuparmi di dove si trovi, è sufficiente premere un tasto sul telefonino, tablet o computer, per raggiungerlo anche visivamente nonostante miglia e miglia di distanza ci separino.
La scuola, sede per eccellenza della Comunicazione non può non prenderne coscienza.
Anche il modo di acquisire le conoscenze è totalmente cambiato. Chi non ricorda i lunghi pomeriggi passati in biblioteca a spulciare testi su testi finché non si riusciva a reperire ciò che era oggetto della nostra ricerca … Oggi può essere sufficiente un semplice “clic” per avere immediatamente a disposizione, anche nel più recondito dei luoghi, le informazioni che cerchiamo.
Esemplificativo l’episodio capitatomi pochi giorni or sono, quando mio figlio, mentre preparavo la cena mi ha chiesto se conoscessi la definizione di “peso specifico”. Ebbene, accortosi della mia difficoltà non ha neanche aspettato il tempo necessario per suggerirgli di cercare la definizione nel libro di scienze che me l’aveva già letta reperendola su Wikipedia. Anche di questo la Scuola non può non tenere conto.
Ascoltando, tramite internet(non avrei potuto diversamente), la lectio magistralis di Umberto Eco sulla comunicazione non sono mancati gli spunti di riflessione, tra i quali i rischi che tale sovrabbondanza di informazioni, non sempre veritiera, può causare per la memoria a lungo termine non soltanto del singolo ma dell’intera umanità.
Solo tra qualche secolo, potremo sapere se il mondo digitale sarà in grado di trasmettere ai posteri la nostra memoria così come hanno fatto i nostri avi.
Ma soffermiamoci sul presente e sulle ricadute che il “sapere a portata di clic” può avere sui nostri alunni.
L’immensa mole di informazioni sempre a disposizione, può confondere, disorientare e non far memorizzare, ma è anche vero che senza interesse, motivazione e coinvolgimento emotivo difficilmente un ragazzo memorizzerà. Perché non chiedere allora ai nostri alunni di ripetere in modo dettagliato e critico quanto letto e studiato su e-book.
Si è dimostrato come la comprensione di un testo sia maggiore se letto su un libro cartaceo che non sull’ e-book. E’ altrettanto vero però che attraverso l’e-book ho la possibilità di studiare ovunque, tutte le materie, anche quando la situazione è tale da non permettermi di essere comodamente seduto nella mia cameretta, ma di essere “a casa di papà” o dei nonni …
Niente è più funzionale di una lezione in classe spiegata dal docente che ha la possibilità di osservare l’alunno cogliendone il grado di interesse e di attenzione per modificare, se necessario, tempi e modi di porgere l’argomento.
E gli assenti, i più lenti e i distratti cronici? Perché non pensare di inserire le lezioni schematizzate e magari accompagnate da audio, che riteniamo di fondamentale importanza, in una piattaforma condivisa in modo da dare a tutti la possibilità di riascoltare, nel rispetto dei propri tempi, quanto detto in classe.
E’ vero che non sempre le informazioni reperite su internet sono veritiere. Potrebbe essere l’occasione per abituare i ragazzi a confrontare, ricercare, criticare le notizie aiutandosi magari proprio con l’obsoleto cartaceo, che ha il grande vantaggio di poter essere confutato anche a distanza di tempo a differenza delle fluttuanti notizie che affollano internet.
Mai forse la Scuola, come in questo momento, ha la grande responsabilità di fare luce, chiarezza, guidare gli alunni verso il futuro arricchiti dal prezioso bagaglio della conoscenza del passato.