Porto di Augusta, l'inchiesta avviata dopo una denuncia in Procura
Sarebbe stata una denuncia del responsabile dell’ufficio Affari generali dell’autorità portuale di Augusta, presentata il 17 febbraio del 2015 a fare scattare l'inchiesta "Port utility" che ha portato agli arresti domiciliari il patron della Tecnass, l'ingegnere Gaetano Nunzio Miceli. Il dirigente dell'Autorità portuale nell'esposto avrebbe parlato di anomalie riscontrate nelle procedure di selezione delle ditte aggiudicatarie degli appalti in relazione a progetti dell'ampliamento, ammodernamento del porto commerciale di Augusta, opere finanziate con i fondi Pon 2007 - 2013. Sono tre i bandi di gara indicati e passati sotto la lente d'ingrandimento della Procura: acquisizione dell'area, l'ampliamento del piazzale per lo stoccaggio e l'ampliamento di una banchina per consentire l'attracco alle grandi navi. Il tutto per un valore di quasi 120 milioni di euro. Nella denuncia vengono indicate pure anomalie nella composizione della Commissione aggiudicatrice, con il sospetto che le procedure fossero manipolate per favorire alcune società a discapito di altre. Le fiamme gialle avrebbero scoperto che per i servizi di ingegneria per la redazione della Vas, Miceli avrebbe corrotto un commissario, camuffando la tangente sotto forma di una consulenza tecnica. Per questo sarebbe stata pagata una prima trance. Poi ci sono tracce di bonifici a favore di una società di Malta. Il commissario che si sarebbe fatto corrompere, interrogato quasi due mesi, avrebbe ammesso di essersi rivolto all'ingegnere Miceli perchè era in situazioni di difficoltà e di avergli chiesto un lavoro.