Droga a tutte le ore allo Zen di Palermo, 24 arresti
La "Gomorra" di Palermo e' allo Zen 2. Come nella celebre serie un ruolo apicale ce l'ha una donna, Elena Billeci, 41 anni, moglie di uno dei componenti del triumvirato a capo dell'organizzazione. E' lei, sorta di 'ministro delle Finanze' del gruppo criminale, che gestisce la "cassa" e controlla una parte sostanziale del florido mercato dello spaccio di stupefacenti.
E allo Zen, come a Scampia, ci sono le "vedette" sui tetti che controllano il territorio dotati di binocolo, gli "spacciatori sono organizzati in tre turni - dalle 8 di mattina in poi - e lo spaccio avviene alla luce del sole, seppur tra tante cautele, anche davanti a bambini che girano sulle moto elettriche. "Una vera e propria struttura piramidale finalizzata allo spaccio di stupefacenti. Al vertice il triumvirato che gestisce l'organizzazione", ha detto Antonio Di Stasio, comandante provinciale dei carabinieri di Palermo. In mezzo "i fiduciari che gestiscono i contatti con il livello piu' basso, composto dai pusher e dalle vedette". Al vertice dell'organizzazione, secondo i militari, il nucleo familiare composto da Antonino Mazza, Massimiliano Zarcone e Salvatore Bonura. Ma un ruolo fondamentale hanno sia Antonino Zarcone (figlio di Massimiliano) ma soprattutto Elena Billeci, moglie di Massimiliano Zarcone: "E' lei che, al fianco del marito, gestisce i conti, organizza i turni e segna le entrate e le uscite sostenute tra cui la paga per ogni singolo pusher". Ha spiegato il comandante della compagnia San Lorenzo, il capitano Andrea Senes. I carabinieri hanno eseguito stanotte 24 ordinanze di custodia cautelare - 19 in carcere e 5 ai domicliari - nell'ambito dell'operazione denominata "Teseo". L'indagine e' stata coordinata dal procuratore della Repubblica di Palermo, Francesco Lo Voi, dal procuratore aggiunto Tersa Principato, dai sostituti della Dda Siro De Flammineis, Annamaria Picozzi, Bruno Bruoli e Silvia Benetti.
L'attività d'indagine, sviluppata tra i padiglioni del quartiere Zen 2, ha permesso di ricostruire dettagliatamente l'attivita' illecita e la struttura criminale realizzata dagli indagati, delineando tutti i componenti di un'articolata consorteria; confermato la presenza di un'attivita' di spaccio tra via Pensabene e le aree limitrofe, corrispondenti, in particolare, a via Nedo Nadi e ai vicoli che costituiscono un corridoio tra i padiglioni di via Costante Girardengo. L'indagine e' stata avviata nel novembre 2015, quando i militari del Nucleo Operativo, sulla base di alcuni arresti effettuati in flagranza di reato, hanno dato il via alle attivita' tecniche. Le successive risultanze investigative hanno consentito di disarticolare l'organizzazione dedita allo spaccio di stupefacenti, retta da un triumvirato composto da Antonino Mazza, Massimiliano Zarcone, Salvatore Bonura, individuati quali promotori delle attivita' con funzioni direttive su diversi pusher, il cui operato e' sempre stato supervisionato da altrettanti "fiduciari", Salvatore Catanzaro e Paolo Puleo, costituenti un livello intermedio tra il vertice e la manovalanza, deputati a gestire le scorte di droga, la ripartizione delle dosi e la raccolta del denaro realizzato dalle innumerevoli cessioni di droga ampiamente monitorate.
E' la prima volta che all'interno dello Zen 2 viene contestato il reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Non risultano collegamenti con la mafia e questo, potrebbe essere un segno di debolezza di Cosa nostra in una zona della citta' storicamente controllata dalle cosche, dove qualunque attivita' doveva essere autorizzata. Ma e' un elemento oggetto di investigazione. Cosi' come e' valutato il possibile legame tra alcuni degli arrestati e recenti episodi violenti, come l'aggressione a un parroco del rione e la gambizzazione di un uomo. E' progressivamente emerso, in maniera inequivocabile, come una sorta di direttorio comune guidava l'operato dei singoli pusher, poiche' tutti gli indagati comunicavano costantemente tra loro e scambiavano le piccole scorte di stupefacente e somme di denaro, individuavano i diversi nascondigli in base alla tipologia della droga (cocaina, hashish e marijuana).
Le attivita' erano regolate in turni, cosicche' ad una prima fase che comprendeva tutta la mattinata, seguiva una seconda che abbracciava l'intero pomeriggio, fino alla sera, dopodiche', la notte fino alle ore 8; ad ogni cambio turno corrispondeva un passaggio di consegne, ossia il conteggio e l'eventuale ripartizione delle dosi avanzate e del denaro ricavato, tra gli spacciatori che coprivano il turno appena terminato e coloro che subentravano.