Inchiesta Consip, arrestato per corruzione l'imprenditore Alfredo Romeo
L'imprenditore campano Alfredo Romeo è stato arrestato per corruzione nell'inchiesta romana sugli appalti Consip. Tiziano Renzi e l'imprenditore Carlo Russo si facevano promettere somme di denaro mensili da Romeo sfruttando le relazioni tra il padre del'ex premier e l'ad di Consip, secondo il pm.
Cinquemila euro a ridosso del Natale 2012 ed altri pagamenti "in più occasioni" successive. E poi uno 'stipendio mensile', di importo variabile, dal 2014 al 2016. Il tutto per un ammontare di circa 100mila euro. Sarebbe questo il 'prezzo' della corruzione di Marco Gasparri, dirigente della Consip, che avrebbe "venduto la sua funzione" di pubblico ufficiale all'imprenditore napoletano Alfredo Romeo, illecitamente favorito - sostiene la procura di Roma - nell'aggiudicazione di appalti pubblici, tra cui la maxi-gara europea FM4 da 2,7 miliardi, ancora in corso. Entrambi sono accusati di corruzione, ma Romeo è finito in carcere - proprio nel giorno del suo sessantatreesimo compleanno - mentre Gasparri è rimasto a piede libero: ha deciso di collaborare con gli inquirenti ed è la sua confessione, contenuta in due lunghi interrogatori, a "delineare - scrive il gip nell'ordinanza di custodia cautelare - un preciso quadro accusatorio".
Ad inguaiare Romeo anche intercettazioni ambientali, telefoniche, sequestri e perquisizioni, come quelle compiute oggi a carico dell'ex parlamentare di An e del Pdl Italo Bocchino, consulente di Romeo, e di Carlo Russo, imprenditore farmaceutico di Scandicci, amico di Tiziano Renzi, padre dell'ex premier. Secondo l'accusa Russo e Tiziano Renzi, entrambi indagati per traffico di influenze, si sarebbero fatti "promettere indebitamente" da Romeo "somme di denaro mensili, come compenso per la loro mediazione verso Marroni", ad di Consip, proprio in relazione allo svolgimento di gare. Ma la smentita del papà dell'ex premier è netta: "Nessuno mi ha mai promesso soldi, né io ho chiesto alcunché. Gli unici soldi che spero di ottenere sono quelli del risarcimento danni per gli attacchi vergognosi che ho dovuto subire in questi mesi”.
A provare i pagamenti illeciti - secondo gli inquirenti, i carabinieri del Noe e la Gdf - anche un 'pizzino' scritto da Romeo e trovato nella spazzatura. E' stato Gasparri a raccontare che l'imprenditore era solito usare questa accortezza, convinto com'era di essere intercettato. Le circostanze e i nomi più delicati non li diceva al suo interlocutore, ma li scriveva su dei foglietti che poi stracciava e buttava: i carabinieri li hanno recuperati in discarica e ricomposti. In questo modo hanno trovato traccia di pagamenti e iniziali dei nomi dei possibili destinatari delle mazzette: su questo aspetto gli inquirenti stanno facendo approfondimenti e l'inchiesta potrebbe avere presto sviluppi. Romeo - che parlava della sua attività corruttiva all'interno di Consip come una forma di "legittima difesa" alla luce di "analoghe modalità" adottate dai suoi concorrenti - conduceva questa lotta imprenditoriale per aggiudicarsi gli appalti "a suon di tangenti" e, si legge nelle carte dell'inchiesta, attraverso la "ricerca di appoggi all'interno dell' 'alta politica'". Dalle indagini, scrive il gip, è emerso un "gravissimo quadro di possibile infiltrazione criminale in Consip, almeno quanto ad alcune gare".
Quadro grave che era emerso già nel 2016 in seguito ad una ispezione dell'Anac che aveva evidenziato criticità relative in particolare agli appalti per il Facility Management FM3 ed FM4: per questo l'Autorità Anticorruzione aveva inviato gli atti alla Procura di Roma. Ma l'operato della Consip, precisa in serata l'ad Marroni, "è stato, e continua ad essere, improntato alla massima correttezza, trasparenza ed efficacia". Nell'ordinanza ampio spazio viene dedicato al ruolo dell'ex parlamentare Italo Bocchino, di cui è stato perquisito anche il suo ufficio al Secolo d'Italia nell'ambito del filone campano dell'inchiesta in cui è indagato per corruzione. Dell'ex deputato, definito "il 'facilitatore' degli interessi illeciti di Romeo" o il "lobbista dedicato al traffico illecito di influenze", gli inquirenti sottolineano la capacità di "accedere a informazioni riservate anche grazie al suo trascorso di deputato e membro del Comitato parlamentare di controllo sui Servizi segreti e con perduranti contatti con sedicenti ed effettivi appartenenti all'intelligence, nonché con politici e pubblici funzionari in posizione apicale".
E "presumibilmente anche grazie alla costante attività di relazione" di Bocchino, scrive il pm, Romeo "ha avuto contezza di indagini sul proprio conto sicuramente già dal settembre 2016". Gli sviluppi dell'inchiesta Consip hanno provocato immediate reazioni nella politica. Il M5s chiede al ministro Lotti, indagato per rivelazione di segreto d'ufficio, insieme al comandante generale dell'Arma Tullio Del Sette e al generale Emanuele Saltalamacchia, di spiegare i suoi rapporti con Russo. La replica: 'Sono tranquillissimo'.