Palermo, calunniato da Ciancimino jr, 007 gli pignora i beni
Mobili, quadri, televisori, orologi, gioielli e altri oggetti di valore. La parabola discendente di Massimo Ciancimino prosegue inarrestabile: come un debitore qualsiasi, il figlio di don Vito ha subito un pignoramento di beni in casa. Lui non c'era, perche' da gennaio si trova in carcere, dove sta scontando quattro anni e cinque mesi per detenzione e porto di esplosivi e fittizia intestazione di beni: per procedere al cosiddetto "accesso", cosi', gli ufficiali giudiziari hanno dovuto organizzare una specie di blitz, aspettando che rientrasse in casa il tuttofare che si occupa delle piccole incombenze, come portare a passeggio il cane di Ciancimino.
L'ingresso nella lussuosa abitazione del pieno centro di Palermo, a pochi passi dal teatro Politeama, e' stato supportato dalle forze dell'ordine, intervenute per motivi di ordine pubblico. Il pignoramento e' uno degli effetti delle dichiarazioni del superteste-imputato nell'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia, perche' il figlio dell'ex sindaco di Palermo aveva calunniato un ex agente dell'Aisi, Rosario Piraino, sostenendo che fosse un emissario del misterioso "Signor Franco", e che fosse andato a casa sua, a Bologna, a minacciarlo per fargli ritrattare le accuse agli uomini delle istituzioni coinvolti nella vicenda.
Tutto falso, hanno stabilito il giudice di Palermo Michele Ruvolo, che ha disposto un risarcimento da 50 mila euro in favore di Piraino, e poi il Gup di Bologna, che il 30 gennaio ha inflitto tre anni e sei mesi con l'accusa di calunnia a Ciancimino, oggi detenuto. La carriera dello 007 si e' comunque bruscamente interrotta, perche' mentre era sotto indagine Piraino dovette lasciare i Servizi. I due ufficiali giudiziari hanno fatto l'inventario dei beni mobili e hanno proceduto all'asporto di quelli che sono stati considerati di valore. Tra i beni pignorati anche alcuni Rolex, risultati pero' di scarso valore, perche' di fabbricazione cinese: ma quelli veri forse sono altrove. La moglie separata di Ciancimino, Carlotta Messerotti, sostiene che tutto cio' che c'e' in casa appartiene a lei e non all'ex marito. Ma per adesso non e' stata creduta.