Siarcusa, intercettazioni choc: trappola per fare fuori politicamente Gennuso
Ci sarebbe stata una lobby organizzata per tagliare fuori dalla politica il deputato all'Ars, Pippo Gennuso. Politici avversari e faccendieri che avrebbero voluto organizzare una serie di trappole, avvalendosi di "amicizie" al palazzo di Giustizia di Siracusa. E' quanto emerge da una serie di intercettazioni telefoniche della Direzione investigativa antimafia di Palermo. Un'operazione organizzata da esponenti del Pd con cariche di governo nel passato e nel presente. La trappola sarebbe stata quella di incastrare Gennuso per voto di scambio e poi azionare una serie di meccanismi giudiziari che non avrebbero consentito al deputato di Rosolini di vincere l'elezioni bis per le Regionali del 2014. Un parlamentare sarebbe stato il regista della macchina del fango, spalleggiato dai suoi amici di Rosolini, uno dei quali con l'utenza telefonica controllata dai carabinieri. Un'operazione che però non sarebbe stata portata a termine per mancanza di prove da potere portare ai magistrati. Insomma per gli avversari di Pippo Gennuso, non potendo contrastarlo sull'aspetto della competizione elettorale, l'unico sistema per eliminarlo politicamente era quello di attivare la macchina della Giustizia. Il deputato del gruppo Pid - Grande Sud, è a conoscenza di questa situazione, ma afferma che "parlerò al momento giusto e nelle sedi opportune".
Due parole Gennuso le dice però sul caso delle elezioni bis per le Regionali, dove ci sono stati due pronunciamenti del Tar e tre del Cga. "Non riesco a capire come possano essere sconfessati 15 giudici amministrativi che si sono pronunciati per la ripetizione del voto, la pubblica accusa si era pronunciata per l'archiviazione della indagine". Il gip di Palermo, però, per il prossimo 7 aprile ha fissato l'udienza che coinvolge lo stesso Gennuso, ex deputati ed avvocati, indagati per corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio e rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio, in concorso. Inchiesta partita dopo l'esposto presentato dall'ex deputato Pippo Gianni, battuto nelle elezioni bis. "E' un'accusa farneticante - dice Gennuso - dimostreremo l'assoluta inconsistenza di quanto ci viene contestato. Piuttosto ad oggi sono rimasti impuniti i mandanti e gli esecutori materiali che fecero sparire le schede elettorali dal palazzo di Giustizia di Siracusa nel 2012. Sarebbe bastata una verifica per accertare che io le elezioni le avevo vinte in prima battuta".