Presa a Catania la banda della "spaccata": undici arresti per nove colpi
Undici persone ritenute responsabili a vario titolo dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie di reati contro il patrimonio, furto aggravato e ricettazione sono state arrestate da agenti della squadra mobile della questura. di Catania, nell'ambito dell'operazione "Chrash"
Sono tutte ritenute responsabili di una serie di furti aggravati ai danni di negozi di abbigliamento ed accessori con il metodo delle 'spaccate' con l'effrazione di vetrate con auto 'ariete' o tramite pesanti mazze da lavoro.
Il Gip del Tribunale di Catania, su richiesta della Dda, ha disposto la misura cautelare nei confronti di undici soggetti, gravemente indiziati di essere gli autori di ben nove furti, nel mese di ottobre e novembre del 2016, commessi ai danni di esercizi commerciali di Catania e provincia, con il metodo della “spaccata”.
Si tratta di Domenico Alessandro Messina, Antonino Castelli, Luciano Tudisco, Salvatore Concetto Vaccalluzzo, Mirko Termini, Santo Antonio Lorenzo Guzzardi, cui è stata applicata la misura cautelare della custodia in carcere, e di Santo Alessandro Trentuno, Antony Michael Platania, Giovanni Arena, Salvatore Manganaro, Agatino Francesco Grasso, sottoposti alla misura degli arresti domiciliari.
Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Catania, dirette dal sostituto procuratore Gabriele Fragalà e coordinate dal procuratore Carmelo Zuccaro e dal procuratore aggiunto Francesco Puleio, erano state avviate in seguito alla commissione del furto perpetrato il 5 ottobre scorso ai danni del negozio di abbigliamento “Ultimoda”, di corso Italia a Catania.
Attraverso la visione delle immagini registrate dall’impianto di videosorveglianza cittadino e da altri impianti privati, incrociate con l’analisi delle celle di aggancio delle utenze cellulari presenti sul luogo ed al momento dei furti, è stato possibile individuare alcuni soggetti, ritenuti responsabili dei colpi. Le successive attività di intercettazione telefonica e di analisi dei tabulati telefonici hanno consentito di accertare l’identità dei soggetti che, episodicamente o in modo stabile e permanente, avevano preso parte ai furti commessi con le medesime modalità nei giorni successivi, e di acquisire pertanto elementi di riscontro all’ipotesi investigativa circa l’esistenza di un sodalizio criminale specializzato nei furti con “spaccata”.
E' stato possibile accertare le modalità esecutive e individuare gli autori anche dei furti consumati ai danni del negozio Luflà, commesso in Zafferana Etna il 14 ottobre 2016, dell’ottica Angiolucci, commesso a Catania il 19 ottobre dello scorso anno, del calzaturificio Mickey, commesso a San Giovanni La Punta, “La Bottega Di Ennio”, a Catania, ldel negozio di abbigliamento “Blu”, commesso a San Giovanni La Punta il 5 novmbre del 2016.
Le risultanze investigative hanno permesso altresì di individuare, attraverso l’analisi dei tabulati telefonici, gli autori di alcuni furti commessi con analoghe modalità in epoca immediatamente precedente all’episodio del 5 ottobre; in particolare, i furti commessi ai danni del negozio Calabrò del negozio Ultimoda Emporio e, ancora, del negozio Blu.
L’analogia delle modalità operative, la reiterazione, in un ristretto arco temporale, di numerosi reati commessi con lo stesso metodo, la frequenza e stabilità dei contatti telefonici fra gli indagati, spesso collegati in modalità teleconferenza e con utenze ‘dedicate’ per coordinarsi efficacemente durante la fase esecutiva dei reati, hanno evidentemente rivelato l’esistenza di un’associazione criminale “specializzata” in tale tipologia di reati, articolata attraverso una precisa ripartizione di ruoli fra i vari sodali, con la predisposizione di compiti di vedetta e di controllo del territorio – normalmente affidata ai membri di maggiore spessore criminale – in supporto di coloro cui era affidata la esecuzione materiale dei furti.
Sotto questo profilo va sottolineato come fra gli autori materiali dei furti vi siano anche soggetti che hanno preso parte ai delitti in forza della “capacità attrattiva” e delle consolidate capacità “professionali” dei più stretti appartenenti al nucleo criminale, evidentemente riconosciuto e accreditato nell’ambiente, e come tale in grado di individuare agevolmente, in caso di necessità, soggetti da coinvolgere nei propri programmi criminosi, affidando loro il ruolo più rischioso – siccome più esposto ad eventuali interventi delle Forze dell’Ordine, nonostante l’ampio dispiegamento di pali e vedette – di esecutori materiali delle effrazioni, senza che ciò abbia mai compromesso la efficacia delle azioni criminose.