Palermo, chiesero il pizzo per un autorimorchio: 2 condanne e un assolto
La quarta sezione della Corte d'appello di Palermo ha confermato due delle tre condanne per l'estorsione da 200 mila euro ai danni di due coniugi titolari di una ditta di trasporti di Termini Imerese (Palermo). Assolto un terzo imputato, Francesco Centineo, che davanti al Gup Lorenzo Jannelli, nel febbraio dello scorso anno, aveva avuto 5 anni e 4 mesi. A commettere il taglieggiamento, aggravato dal metodo mafioso, secondo il collegio presieduto da Mario Fontana, furono gli ex gestori di un ristorante, il Bucatino, che ha dato il nome all'operazione dei carabinieri, portata a termine nel 2014, con una serie di arresti. La tranche conclusa oggi in secondo grado e' quella celebrata col rito abbreviato e le condanne sono state ribadite per Maurizio De Santis, che ha avuto sette anni, e Francesco Li Candri, 5 anni e 4 mesi.
Il fatto oggetto del giudizio risale al 2012 e, come hanno raccontato le vittime, la somma venne pretesa per il recupero di un rimorchio rubato, carico di elettrodomestici del valore di 168 mila euro. In un'altra tranche del processo "Bucatino", celebrata col rito ordinario, sono stati condannati in primo grado altri tre imputati: otto anni e quattro mesi li ha avuti Giovanni De Santis, figlio di Maurizio e formale titolare del ristorante, che sorgeva nella centralissima via Principe di Villafranca e oggi ha cambiato nome; sette anni e quattro mesi e' la pena inflitta a Piero Umberto Centineo, padre di Francesco, sette anni a Francesco Pitarresi.