La Cisl: il voto in autunno alle Regionali spazzi via cinque anni bui
Una Sicilia a corto d'ossigeno e senza slancio che il 5 novembre celebrera' le Regionali. Lasciandosi alle spalle una "legislatura grigia, quasi nera", emblematicamente rappresentata dalla Finanziaria cosiddetta light che l'Ars ha varato di recente. Anche quest'anno dopo quattro mesi di esercizio provvisorio. "Ne' piu' ne' meno che un'aspirina - dice Mimmo Milazzo (nella foto), segretario di Cisl Sicilia - somministrata da una politica allo sbando a un malato grave". "All'Isola servirebbero 400 mila nuovi posti di lavoro nel giro di qualche anno", afferma. "E piu' investimenti, meno burocrazia. Ma la politica ha ben altre priorita'. Tanto piu' sotto elezioni". Il giorno dopo la sonora bocciatura di Confindustria Sicilia, Milazzo apre in questo modo, a Palermo, il dodicesimo congresso regionale che vedra' domani l'intervento della leader Annamaria Furlan. Il rischio poverta' ed esclusione sociale incombe sul 55% della popolazione. Negli ultimi due anni il Pil regionale e' cresciuto, complessivamente, del 3,6%. L'anno scorso di un 1%, un po' piu' del dato nazionale (+0,9%). E anche per quest'anno si stima un +1. Ma il segno positivo non serve a recuperare gli oltre 13 punti percentuali persi negli anni della depressione piu' nera, dal 2008 al 2015. Cosi' il reddito medio familiare, in Sicilia, resta al di sotto di 21 mila euro e oltre il 50% delle famiglie non arriva a un reddito di 18 mila euro annui, meno di 1.500 euro al mese. Inoltre la disoccupazione giovanile viaggia sopra alla soglia esplosiva del 57%. Insomma, l'Isola che in autunno andra' a votare, "e' sempre appesa al filo delle sue contraddizioni strutturali", dalla poverta' ai rifiuti alla pubblica amministrazione ai settori produttivi in affanno. Una Sicilia che "avrebbe bisogno di una svolta che non puo' essere affidata a un Collegato sotto elezioni", chiosa Milazzo in riferimento a quella che e' di fatto un'insidiosa maxi Finanziaria bis in discussione dal 9 maggio. Milazzo oggi pomeriggio ha dato il via all'assise quadriennale della Cisl. Tema: "Il lavoro, le persone, la comunita' in cerca di futuro". A prendervi parte, 400 persone arrivate da tutta l'Isola. Sono 280 i delegati in rappresentanza dei 305.958 iscritti; 174 i componenti del consiglio regionale che domani eleggeranno il nuovo segretario per i prossimi quattro anni. Che lo stato dell'economia e della societa' non consenta di tirare il fiato, ne sarebbero prova il dato della domanda interna (tornata a crescere ma di un punto scarso); quello della spesa media mensile familiare (con 1.824 euro, inferiore del 10% alla media del Mezzogiorno). La Sicilia "e' il fanalino di coda del Paese". Per questo "a Palazzo Chigi chiediamo di non archiviare la pratica Sud". E a Palazzo d'Orleans, un cambiamento nell'azione di governo gia' in questi mesi. E dopo l'appuntamento elettorale d'autunno, "un colpo d'ali al governo che verra', per uscire da questa lunga notte".
E' "assolutamente negativo", il giudizio politico della Cisl sul governatore Rosario Crocetta dopo quasi cinque anni. "La Sicilia - dice nella sua relazione di Milazzo - ha bisogno di una rivoluzione vera, non parolaia. Di una strategia della corresponsabilita' che abbia al centro i temi dello sviluppo e della coesione sociale e che alzi un argine contro l'improvvisazione e l'approssimazione che troppo spesso, in questi anni, hanno caratterizzato l'azione dell'esecutivo regionale. Troppo spesso ispirata alla logica, senza visione, dell'uomo solo al comando". "Intendiamo lavorare con Cgil e Uil perche' il futuro della regione sia migliore". Il Patto per la Sicilia firmato ad Agrigento il 10 settembre di un anno fa da Governo nazionale e Regione, l'intesa "e' una sorta di hardware che manca pero' di software aggiornato". Ossia, delle capacita' tecnico-progettuali". Cosi', la spesa effettiva ad oggi non va oltre un paio di punti in percentuale. Rischiano di "affondare nella palude delle lentezze e delle strozzature della burocrazia", 5,745 milioni di euro che dovrebbero essere spesi per opere cantierabili entro la fine di quest'anno. Tra l'altro, 800 milioni destinati ad arginare il dissesto idrogeologico e l'erosione delle coste e ad assicurare il ripristino di agibilita' delle scuole. Ma in gioco, rimarca Milazzo, c'e' specialmente la rete-colabrodo delle infrastrutture regionali. Per questo la Cisl ha proposto al Governo della Regione di costituire con il Collegato un Fondo per la progettazione di oltre 10 milioni a sostegno, in tutte le fasi, delle attivita' progettuali degli enti locali. Ci sono anche "i costi del non fare". La Sicilia guida la classifica nazionale per regioni, delle opere incompiute. Sono ben 149 sul totale nazionale di 838. In pratica, il 17,5% del totale Italia. Complessivamente "il valore delle incompiute siciliane e' di quasi 500 milioni di euro mentre ne servirebbero altri 213 almeno per avviare il completamento. Ma questa cifra - afferma Milazzo - e' destinata a lievitare di anno in anno, se non si riparte". Poi c'e' il nodo delle infrastrutture. Per quelle stradali, sostiene il segretario Cisl, servirebbe "un soggetto unico per la gestione di tutte le tratte siciliane". La nuova societa', che curerebbe 700 chilometri di autostrade, sarebbe "piu' efficace ed efficiente dell'attuale situazione di competenze diffuse". L'Anas dovrebbe avere la maggioranza delle quote (il 51%) e la guida industriale. Alla Regione dovrebbe restare l'indirizzo strategico degli investimenti. Pertanto, "invitiamo l'Ars a riesaminare in fretta il tema". Sul fronte ferrovie, delle 24 principali opere programmate per la Sicilia, solo quattro risultano ultimate; cinque sono in corso d'opera. Delle rimanenti 15, "molte sono agli studi di fattibilita' o alla progettazione preliminare e i tempi previsti per il completamento vanno dal 2020 al 2025: "Troppo!"